Di seguito un interessante racconto riportato da Stefania Ulivi e pubblicato su Corriere della Sera, in cui con le parole dello scrittore martinese Mario Desiati si ricorda un importante pagina di storia italiana.
«Per noi pugliesi è stato come la caduta del Muro di Berlino». Lo scrittore Mario Desiati quando la «Vlora» approdò nel porto di Bari era un ragazzino di tredici anni, arrivato, come tanti suoi coetanei, a dare una mano a questa massa di persone. «L’arrivo di ventimila albanesi in quel pomeriggio di agosto non solo cambiò per sempre le loro vite, ma provocò anche un ricambio antropologico nella nostra terra». Frequentava l’Azione cattolica a Martina Franca, racconta. «Come gesto simbolico portavamo acqua a chi era nello stadio. Lì dentro, scoprivamo, stava succedendo di tutto. Alcuni malavitosi erano riusciti a controllare la zona dove gli elicotteri lanciavano generi di conforto, e li davano solo a chi dicevano loro. Era una situazione al limite, mi sembra un miracolo che non ci sia scappato un morto». I ricordi più netti sono le facce dei suoi coetanei. «Alcuni erano riusciti a scappare, li incontravamo nei posti di mare. Non posso dimenticare i loro visi: ragazzi come me con le facce da trentenni». Le facce che avevano tanti emigranti pugliesi decenni prima. «Che proprio in quegli anni tornavano a casa». Non era facile specchiarsi. «Quello della Puglia accogliente è un po’ un mito, non tutto andò liscio». Tra i tanti modi di elaborare ci fu anche, ricorda Desiati, una trasmissione culto. «Toti e Tata, le prime cose di Emilio Solfrizzi, Teledurazzo, con i quiz bilingue in italiano e albanese». A una domanda ancora non ha trovato riposta: «Come fu possibile che stesse arrivando una nave carica di 20 mila persone e nessuno lo sapesse?».