«Mi auguro che stiano maturando le condizioni per riesaminare decisioni di bilancio ancorate alla logica di tagli indiscriminati». Dall’Università di Perugia, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha rinnovato l’appello a definire le riforme per l’Università senza abbandonarsi a «generalizzazioni liquidatorie», guardando i singoli atenei in base ai risultati e i problemi della ricerca «con coraggio», e considerando ciò che accade in Europa e nel Mondo in questo settore perché «può suggerire» soluzioni.
Napolitano ha preso la parola con un discorso fuori programma davanti al Senato Accademico, al corpo docente agli studenti riuniti per festeggiare il VII centenario dell’Ateneo. Lo spunto è stato fornito dall’intervento del Rettore Francesco Bistoni, una vera e propria requisitoria. «La ricerca – ha detto Bistoni – è compito irrinunciabile dell’Università. Ma nell’inquietante scenario di recessione internazionale anche questo è messo in discussione. È giusto combattere gli sprechi e i favoritismi negli atenei, ma è necessario evitare facili e superficiali generalizzazioni anche nelle comparazioni internazionali.Occorre tenere conto che alle università italiane sono destinate più esigue risorse per la ricerca, meno dell’1% del PIL. Ciò avviene mentre Spagna, Portogallo, Inghilterra, Germania, Stati Uniti, di fronte alla crisi, stanziano ingenti fondi aggiuntivi per le loro università. In Italia, nell’assegnazione dei finanziamenti manca una seria ed oggettiva valutazione degli atenei in base ai risultati ottenuti. Se non si corre ai ripari, ci sarà un rapido incremento di cervelli in fuga, un’emorragia che già costa all’Italia 1,5 miliardi di euro l’anno».
«Si tratta di un tema cruciale – ha commentato il presidente – su cui ho ritenuto di dover più volte richiamare l’attenzione pubblicamente, perché credo che ciò faccia parte delle mie responsabilità, quali mi sono dettate dalla Costituzione e richieste dalla situazione del Paese».