Il dibattito politico si accende, i toni si riscaldano non soltanto tra i banchi del consiglio comunale, ma anche per le strade, nei bar e passeggiando sul nostro amato stradone. E la città dopo mesi e mesi di torpore e di spaventoso silenzio pare ora risvegliarsi da un lungo letargo, accorgendosi che le cose stanno andando davvero male. In internet vengono a costituirsi comunità virtuali, impazzano i gruppi facebook e la gente si confronta, si cimenta, si lamenta. Il gruppo LiberaMartina di tutto ciò è stato il precursore, quando poco prima dell’estate scorsa un gruppo di cittadini martinesi decisero di mettere su, uno spazio virtuale sul quale poter esprimere “liberamente” tutto ciò che si riteneva opportuno, liberi di costruirsi una identità virtuale, libera, nuova, coperta da un nickname. L’obiettivo non era evidentemente quello della informazione giornalistica, ma quello del confronto, dello spazio aperto a tutti, del dialogo e forse anche del risveglio culturale, il quale se non parte dall’alto preferisce nascere da un volgo che trova finalmente uno strumento per far sentire la sua voce. In questi mesi tante le critiche al gruppo LiberaMartina, sia per l’eccessiva durezza nella trattazione dei temi, sia nell’eccessivo utilizzo di un linguaggio spesso molto colorito. È normale che in pochi capiscano i nuovi fenomeni e i nuovi linguaggi comunicativi frutto del tempo che avanza, ma il gruppo rispondeva a precise e chiare indicazioni stilistiche che avevano appunto l’obiettivo di scuotere l’ambiente silente di una città morente. Dopo pochi mesi – ci fanno sapere i responsabili – le prime minacce, frutto dei soliti ignoranti incapaci di comprendere l’essenza del fenomeno culturale, ma soprattutto incapaci di guardare oltre l’immediato, che probabilmente iniziava a dare fastidio. Ad un tratto però qualcuno ha deciso che LiberaMartina dovesse chiudere definitivamente la bocca. Le minacce – dicono i responsabili – sono diventate più frequenti, ma cosa ancora più grave è il fatto che qualcuno sia riuscito ad entrare nel sistema informatico che gestisce il sito, tanto da portare via le password di accesso. Sembra la sceneggiatura di un film con Raoul Bova protagonista, ma pare che questa sia la realtà. A chi può dare fastidio il gruppo di LiberaMartina, composto solo da gente che vorrebbe vedere la propria città migliore di come lo è attualmente? Neppure i responsabili hanno saputo darci una risposta. Vi assicuro che anche colui che vi scrive fa fatica a credere quanto detto fino ad ora, certo è che quanto riportato, abbiamo avuto modo di vederlo con i nostri occhi. Speriamo soltanto che tutto ciò sia falso.
Ottavio Cristofaro