La Giunta regionale con apposita delibera taglia 370 posti letto negli ospedali delle Asl e altri 130 negli enti ecclesiastici e istituti di ricerca, sia pubblici che privati. Ulteriori trecento posti letto saranno tagliati nelle case di cura private accreditate con un successivo provvedimento regolamentare.
La manovra del Presidente Vendola si inquadra sempre nel piano di rientro e di riqualificazione del Sistema sanitario regionale 2010 – 2012 e prevede, tra le misure più significative, la rimodulazione dei punti nascita.
Saranno disattivate, quindi, dieci unità operative di ostetricia e ginecologia in tutta la regione, quella di Lucera, Manfredonia, Trani, Terlizzi, Molfetta, Ostuni, Fasano, Manduria, Gallipoli, Casarano e Canosa.
In questi dieci ospedali saranno chiuse anche, laddove esistenti, le unità operative di pediatria e neonatologia. Una deroga è stata concessa all’ospedale di Scorrano, in provincia di Lecce, che conserva il punto nascita.
L’atto di giunta rimodula anche le dotazioni dei posti letto, secondo questi parametri i cinque ospedali della Bat perderanno in tutto 22 posti letto; in provincia di Foggia con 73 posti letto nelle Asl; l’azienda sanitaria barese perde 142 posti letto; Brindisi deve rinunciare a 121 posti letto nelle Asl; sono 88 i posti in meno in provincia di Lecce; gli ospedali della provincia di Taranto sono gli unici che aumenteranno la disponibilità seppure solo di due unità. Qui la novità più sostanziale è l’accorpamento per ora solo amministrativo dei due presidi della città, il Moscati e il Santissima Annunziata che diventeranno un unico stabilimento con 526 posti letto rispetto ai 573 attuali. A guadagnare sullo Jonio sono gli ospedali di Martina Franca che da 138 passerà a 150, Castellaneta da 112 a 142 e Grottaglie dai 100 attuali ai 112 previsti.