Ore decisive per il caso di Eluana Englaro. La conferma è venuta in tarda serata direttamente dal premier Silvio Berlusconi che, avvicinato dai cronisti, ha detto: «Lavoriamo per intervenire». Hanno preso, dunque, più forza le indiscrezioni che si sono susseguite per l’intera giornata senza tuttavia venire mai ufficializzate da fonti governative, in attesa del Consiglio dei ministri di domani. Allo studio vi sarebbe un decreto d’urgenza che potrebbe anticipare una parte delle norme previste dal disegno di legge sul testamento biologico. L’Esecutivo è entrato in azione con più decisione dopo l’invito del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a varare una normativa italiana sulla fine della vita, con un testo il più possibile condiviso con l’opposizione. L’intervento è stato definito «assolutamente necessario», ieri, dal Guardasigilli Angelino Alfano.
Oggi o al massimo domani, nel frattempo, l’equipe medica guidata da Amato De Monte potrebbe avviare la procedura per interrompere l’alimentazione e l’idratazione della donna che da 17 anni vive in stato vegetativo e da martedì è ricoverata presso la casa di cura “La Quiete” di Udine. A confermarlo è il neurologo che segue Eluana, Carlo Alberto Defanti: «Il protocollo è partito nel momento del ricovero e prevede che la quantità di nutrienti venga ridotta dopo tre giorni».
Per il sottosegretario al Welfare Eugenia Roccella, tuttavia, «il “protocollo di morte” per Eluana Englaro è inapplicabile». Anche perché, aggiunge, secondo l’assessore regionale alla Salute, Wladimir Kosic, la struttura prescelta non avrebbe i requisiti per attuare il decreto della Corte di appello di Milano. Ma la famiglia Englaro è intenzionata ad andare avanti. «Fino a quando saremo nella legalità non ci fermeremo», ha dichiarato l’avvocato Giuseppe Campeis (che insieme a De Monte sarà sentito oggi dalla Procura di Udine).
Fermamente contraria a interrompere l’alimentazione di Eluana rimane la Chiesa cattolica che insiste nel parlare di «eutanasia». Il giudizio negativo del mondo ecclesiastico si è manifestato anche attraverso le parole del presidente della Cei, la conferenza dei vescovi, il cardinale Angelo Bagnasco che ha definito quello attuale «un momento molto grave e molto triste nella storia del nostro amato Paese».
Fonte: Il Sole 24 Ore