ROMA – La Chiesa cattolica interviene ancora una volta sul caso di Eluana Englaro. E’ “inconcepibile
pensare di uccidere una persona in questo modo – dice il presidente del Pontificio consiglio per gli operatori sanitari, caridnal Javier Lozano Barragan – Quando sta accadendo è un atto di ‘antiumanesimo’”. Il ministro della sanità del Vaticano ha sempre definito il distacco del sondino di Eluana “un vero e proprio omicidio”.
I vescovi italiani ribadiscoono che togliere l’idratazione e l’alimentazione a Eluana è, “al di là delle intenzioni, eutanasia” e si affidano, in questo momento, alla forza della preghiera. Tuttavia, affermano anche la loro vicinanza alla famiglia Englaro, “così duramente provata”.
“E’ a tutti evidente – ha detto in una conferenza stampa il segretario della Cei, monsignor Mariano Crociata, intervenendo sugli sviluppi della vicenda di Eluana Englaro, – che qualsiasi azione volta a interrompere l’alimentazione e l’idratazione si configurerebbe, al di là delle intenzioni, come un atto di eutanasia”. “Per parte nostra – ha aggiunto – osiamo ancora sperare nella forza della preghiera, che vince le resistenze più nascoste e siamo vicini alla famiglia, così duramente provata e alle suore di Lecco che hanno amorevolmente assistita Eluana Englaro fino a ieri”.
Secondo il segretario dell’episcopato italiano è “inconcepibile togliere cibo e acqua alla donna e nello stesso tempo, per farle sopportare questa privazione, dover ricorrere a terapie e medicine contro il dolore”. Si tratta, ha ripetuto, di una contraddizione enorme. “Togliere il sondino non è un atto di pietà ” ha affermato. “La vera pietà – ha spiegato – è quella testimoniata dalle suore di Lecco, che hanno accudito finora Eluana, in coma vegetativo da 17 anni”.
Le dichiarazioni di monsignor Crociata sono state precedute da una nota della Sir, Servizio di informazione religiosa. “Il viaggio della morte è cominciato di notte” scrive l’agenzia di stampa della Conferenza episcopale italiana nel testo in cui ricostruisce brevemente quanto accaduto la scorsa notte, ricorda che “tra qualche giorno le verrà tolta l’alimentazione e l’idratazione” e sottolinea: “Tutto questo con l’avallo di una sentenza”. Un “momento triste”, si legge, “per tutti coloro che, credenti o non, hanno a cuore la tutela della persona. Se nessuno può togliere la vita ad un altro, togliere la vita ad una persona totalmente indifesa è una barbarie”.
Di “reato abominevole” aveva già parlato, appena si era diffusa la notizia del trasferimento di Eluana nella clinica di Udine, anche il cardinale Barragan, presidente del Pontificio consiglio per gli operatori sanitari, di fatto il “ministro della Salute” della Santa Sede. Il testo diffuso dalla Sir ricorda le parole di Papa Ratzinger, che aveva ribadito il proprio giudizio sull’eutanasia, “una falsa soluzione al dramma della sofferenza, una soluzione non degna dell’uomo”.
“La fragilità e la debolezza – scrive la Sir – sono un appello alla solidarietà, anche attraverso quei mezzi che oggi si hanno a disposizione. La vera risposta non può essere dare la morte, per quanto ‘dolce’, ma testimoniare l’amore che aiuta ad affrontare il dolore e l’agonia in modo umano”.
Critiche nei riguardi di quegli organi di informazione che “hanno sostenuto la tesi che il principio fondamentale sia l’autonomia di scelta della persona, fino al punto di decidere se far vivere o meno Eluana.
La Chiesa, invece – si legge nella nota – ha trasmesso la convinzione che nessuno può essere abbandonato nella debolezza e nella sofferenza. La vita, cioè, è un bene sociale e, in una città solidale, tutti sono chiamati a fare la propria parte. L’autonomia assoluta condanna alla solitudine, la relazione conduce alla solidarietà”.
Fonte: La repubblica