Il Gruppo Umanesimo della Pietra, in collaborazione con la Confraternita Immacolata dei Nobili e con la Fondazione Caracciolo de Sangro, ha promosso e organizzato per sabato 10 dicembre 2011 la nona edizione della Giornata dei Caracciolo Memorial Maruska Monticelli Obizzi.
Si tratta di una manifestazione, proposta annualmente in dicembre, dalla duplice valenza: onorare la memoria di Maria Beatrice Monticelli Obizzi, nota ai martinesi come Donna Maruska; promuovere una giornata di studio, inerente alle più recenti ricerche sulla famiglia dei Caracciolo, duchi di Martina dal 1507 fino all’eversione della feudalità (1806).
* * *
Alle ore 18.00 nell’Oratorio della Confraternita Immacolata dei Nobili (Vico Plebiscito 1) padre Domenico Suriano, rettore della Comunità Somasca di Martina Franca, celebrerà una solenne messa esequiale nel decimo anniversario della scomparsa di donna Maruska, quale tributo alla memoria di una persona di vasta cultura e di profondo sentire, che nel corso della propria esistenza ha più volte manifestato tangibilmente sincera ammirazione nei confronti di Martina Franca, delle sue istituzioni e delle sue associazioni socio-culturali.
Maria Beatrice Monticelli Obizzi, nata a Milano il 22 gennaio 1924, è spirata in una clinica di Roma, stroncata da un terribile male, il 14 dicembre 2001.
Figlia del marchese Giannantonio Monticelli Obizzi e di donna Isabella de Sangro, donna Maruska era nipote ex sorore dell’ultimo duca di Martina, Riccardo de Sangro (1889-1978), al quale era particolarmente legata, tanto da assisterlo con amore filiale negli ultimi anni della sua vita e di eseguirne le volontà testamentarie e no.
Donna Maruska, infatti, con estrema decisione e con notevoli sacrifici personali seppe imporre agli altri coeredi del duca Riccardo il rispetto delle volontà dello zio defunto, il quale aveva più volte manifestato l’intenzione di donare al Comune di Martina Franca tutte le carte delle famiglie Caracciolo e de Sangro da due secoli conservate nel grande palazzo di Casa Isabella a San Basilio, frazione di Mottola.
Quest’enorme giacimento culturale, dichiarato dalla Soprintendenza Archivistica per la Puglia di notevole interesse nazionale, attualmente informatizzato e messo in rete, è stato arricchito da donna Maruska nel 1997 con il versamento degli ultimi documenti riguardanti la più recente gestione del vasto latifondo di San Basilio, proprietà burgensatica dei duchi di Martina.
Il 12 gennaio 2002 l’Archivio Caracciolo de Sangro, custodito nella Biblioteca Comunale, è stato dedicato ufficialmente alla memoria del duca Riccardo de Sangro e di Maruska Monticelli Obizzi, come si coglie dalle targhe commemorative apposte in quell’occasione dal commissario prefettizio Carlo Sessa.
* * *
Alle ore 19.00 nel salone di rappresentanza dell’Associazione Artigiana di Mutuo Soccorso, quindi, Domenico Blasi, coordinatore delle attività del Gruppo Umanesimo della Pietra, modererà la Giornata di Studi sui Caracciolo di Martina.
Agli indirizzi di saluto di Emanuele Semeraro, priore della Confraternita Immacolata dei Nobili e di Giovanni Simeone, presidente della Fondazione Caracciolo de Sangro, seguirà la relazione della dottoressa Lucia Teresa Lopriore, storica di Foggia.
La studiosa parlerà sul tema I de Sangro: un’aristocratica famiglia napoletana, erede dei Caracciolo di Martina.
La relatrice illustrerà la genealogia della nobile e antica Casata de Sangro e, soprattutto, di quella branche che, duchi sul cognome, ebbe nell’epigono Riccardo III (1803-1861) il capostipite del ramo ereditiero dei beni e dei titoli dei Caracciolo di Martina, estinti nella linea successoria maschile con il ventitreenne duchino Petracone VIII (1804-1827).
Riccardo III de Sangro per disposizione regia nel 1824 aveva sposato Maria Argentina Caracciolo (1805-1849), detta Argentina, ultima discendente dei duchi di Martina.
La scelta di far rivivere la figura di Riccardo III de Sangro s’inquadra nelle iniziative promosse da Umanesimo della Pietra in occasione del centocinquantesimo anniversario dell’unità d’Italia per ricordare, come già per gli insorgenti borbonici, quanti combattero dalla parte sbagliata.
Riccardo de Sangro, infatti, accompagnò il re di Napoli Francesco II di Borbone e gli strenui legittimisti nell’imprendibile fortezza di Gaeta, capitolata per l’insorgere di una terribile epidemia di tifo, che condusse a morte anche il duca di Martina, ormai vedovo.
I giovani figli di Riccardo de Sangro e di Argentina Caracciolo, Nicola (1827-1901) e Placido (1829-1891), malgrado i loro illustri e nobili ascendenti, furono discriminati ed emarginati dal nuovo stato unitario, tanto che si recarono volontariamente in esilio a Parigi, dove rimasero per lunghi anni.
I loro nomi, però, sono intimamente legati alla storia della Martina ottocentesca e alla florida e importante azienda agricola di San Basilio.
* * *
Alla celebrazione eucaristica e alla giornata di studio, com’è ormai consuetudine, parteciperanno alcuni iscritti alla Pia Unione della Famiglia Caracciolo, sodalizio presieduto dall’ingegner Agostino Caracciolo di Torchiarolo.
Il logos della rassegna, uno stemma dei Caracciolo di Martina raffigurato su una pergamena del 1526, è stato proposto su un piatto in maiolica, celebrativo della manifestazione, realizzato in dieci esemplari numerati dai maestri figuli Giovanni De Siati e Angela Montanaro.