E’ difficile oggi testimoniare di essere cristiani, così come è quanto mai improbabile riuscire a dirlo senza paura. La mancanza di lavoro, la mancanza di una persona accanto, la mancanza di progetti ti trascina nel suo vortice e sembra quasi stritolarti. La tristezza segue da vicino ogni momento della tua esistenza e ti sconvolge con la sua falsa sicurezza. Quando Gesù cammina per le strade lo fa con i nostri occhi. Mi ha colpito uno sguardo ultimamente. Potrebbe essere stato di un’amica, di qualcuno visto fra i giovani di Madrid o semplicemente immaginato. Ma era comunque vero. La domanda odierna è perché si deve credere. Quando un abbraccio segue quei percorsi strani che sono la tua vita e diviene non un punto di partenza ma d’arrivo, quando ci si rende conto che una persona totalizza la tua vita, quando anche nelle notti insonni una lacrima scende sul viso per indicare che qualcosa palpita dentro te, ti accorgi che il tempo non scorre solamente come insieme di battiti di minuti sui simboli di orologi che scattano ogni volta che si cerca la puntualità, la verità. Quando l’ora che scocca è quella della verità di chi sei ebbene…sei giunto all’arrivo di un cammino che ora farà battere il cuore. Dio oggi fa battere il cuore? Normalmente noi crediamo che un’amicizia sia tale perché, fra due persone, si crea un abbraccio di anime, si concretizza una conoscenza che vive nelle profondità di uno sguardo. La vera amicizia emerge prepotentemente anche quando non ci si vede per periodi di tempo lunghissimi ed è sempre come la prima volta. E’ così anche l’amore, quando ti rendi conto che chi ti sta affianco, nonostante le tue paure, i tuoi timori, i tuoi spaventi e la tua fuga da un altro io è il bene più grande che tu possa vivere. Ecco, come l’amore della tua vita, cercato, sperato, baciato, così è anche Dio. Ti si insinua nella vita col tuo permesso. Ti ama sorridere, ti ama vivere, ti ama perché, nonostante la marea dei tuoi errori, sei proprio tu. E’ facilissimo attaccare una posizione come quella dell’amore perché le lusinghe della fuga sono tante. Ti dimentichi di Dio eppure lui, anche se non lo vedi, ogni giorno vive con te. Ti prende magari nelle sue braccia, ti corteggia come amante incallito, ti protegge come il vento che solleva le ali di un gabbiano. Magari riesce anche a spingerti a vederti dentro, ti mette accanto le persone che tu giudichi sbagliate perché altro da te e forse ti manda da qualcuno perché è la persona della tua esistenza. Ma una persona vive sempre di una Persona che fonda il tuo progetto di vita e ti trascina con sé. E’ bello vivere e custodire la relazione con Dio se Lui ti rende gioiosa la vita. Eppure non manca quella generazione di ragazzi insoddisfatti, senza se né ma, senza speranza apparente che si lascia trascinare da quella paura enorme di essere soli. Siamo soli sempre con Dio quando lo amiamo. Ma è apparenza. In realtà siamo in un abbraccio enorme che ti fa piangere, magari ti fa chiedere come Vasco dove arrivino gli angeli. E ti rendi conto che il volare non è mai stato così facile, anche nel dolore. Si parla tanto di disabili e delle barriere architettoniche da superare e invece l’unica vera barriera è avere paura dell’amore. L’amore ti spinge a crescere, a progettare una relazione seria, a non fuggire ogni volta per essere vincitori ma a camminare incontro quando ci si stanca di nascondersi. Dio questo lo sa e fa con te come quell’amante che spera nello squillo, nella chat per dire che c’è e che spera di veder vivere con il sorriso e con il cuore una persona. Mi capita spesso vivere queste emozioni nei ragazzi quando entri in classe, quando indichi con il tuo essere oltre alla professionalità il cuore. Lo senti battere quest’ultimo come una persiana mossa dal vento, come una foglia che, ostinatamente non cade dall’albero che gli regala, seppur ingiallita, la vita. Un cammino ti sospinge a vivere con sicurezza solo se hai abbigliamento e scarpe adatte. Un giovane cristiano che esce da una GMG si commuoverà sempre di un tramonto con raggi, come quelli dei quadri, quando sarà mano nella mano con la persona della sua vita e nell’altra avrà una mano virtuale, ma seppur reale, accanto? Le riflessioni odierne spingono i giovani alle liquidità delle cose, a non aver riferimenti seri. Ma alla fine ti rendi conto che nella piattezza la vetta di un cuore è più profonda di un oceano di paure che, seppur abissale, è solo una superficie del tuo essere. L’uomo nasce per amare e non per lasciarsi andare. Anche una difficoltà va superata nella direzione di un affetto che si trasmetta per passione. Non è che ci si sconvolga per un abbraccio oggi. Ma se l’abbraccio fosse dato a un deforme?La vulgata spicciola direbbe che essere per è da sfigati, che l’io prevale sul noi. Ci manca il coraggio. Ci nascondiamo dietro le chat per non dire chi siamo o meglio per rimanere nelle nostre false sicurezze. I giovani della GMG saranno le famiglie del futuro, piccoli semi di speranza piantati nel deserto di un mondo che pur assetato vuole solo l’acqua che non disseta. Le immagini di una mano nell’altra però continuano a incendiare canzoni, a rendere gioiosi. Certo le nostre mani sono anche quelle dello schiaffo. Magari anche Dio vorrebbe tirarci uno schiaffo talvolta per dirci di svegliarci al nostro essere re, sacerdoti e profeti. Ma lo fa con la sua solita perseveranza. Magari di nascosto ti fa fare l’esperienza giusta, ti fa abbracciare una gioia scomparsa da tempo, rinnegata dalle nostre false certezze impaludate dal fango delle preoccupazioni spicciole. Non c’è lavoro, la crisi esiste, i danni di costruzioni basate sulla mancanza di riferimenti se non quelli del piacere fine a se stesso e non figlio del dono hanno distrutto molto. Ma anche un vulcano distrugge e poi fa divenire fertile la terra. Così Dio riesce a bruciarti dentro d’amore e addirittura rende solida la città dei tuoi sogni perché, vuoi o non vuoi, sei tu il primo sogno di Dio. In attesa, magari, di essere sogno di qualcuno a te vicino o magari sperando che i tuoi sogni abbiano la benedizione di un cuore, quello di Dio, che non si manifesterà mai nelle cose eclatanti, ma sarà come colui che ti chiederà il passaggio in una superstrada. Attenderà pazientemente il suo turno ma saprà che, quel turno, arriverà. Tanto il tempo non muore anche se pensiamo d’inseguirlo. Ai giovani della GMG consiglio questo: che si spendano le grandezze del cuore per fare piccole le cose apparentemente grandi del mondo e che si guardi a quell’oasi nel deserto che è la Parola di Chi ti dichiara sempre… Io ti amo. Ringraziamo davvero Dio. Vuoi vedere che ha già chiesto il passaggio nell’auto della tua anima?
Antonio Cecere