Condannati tre medici dell’ospedale di Martina – Lo Stradone

Condannati tre medici dell’ospedale di Martina

– MARTINA FRANCA – L’ospedale cittadino continua a far parlare di se. Ma questa volta non si tratta di un simpatico topolino che scorrazza fra i corridoi incutendo terrore fra pazienti e personale medico. Si parla d’altro. Tre medici dell’ospedale di Martina Franca, due chirurghi (Sabastiano Lacitignola e Achille Nigri) e un anestesista (Lorenzo Franco) sono stati condannati in primo grado per omicidio colposo. La condanna, emessa da giudice De Tomasi del tribunale di Martina Franca, fa riferimento ad un episodio del settembre del 2003 quando un imprenditore, Apruzzi Vito, è deceduto in seguito ad un intervento di chirurgia bariatrica. L’uomo, di 57 anni, si era rivolto alla struttura per un by pass biliare, intervento utile ma non indispensabile nei pazienti obesi. Subito dopo l’operazione, però, ci sono state delle notevoli complicazioni che lo hanno portato ad un arresto cardio-circolatorio che lo ha lasciato per circa cinque minuti senza ossigeno, causa, questa, del coma prima, della morte poi avvenuta nell’ospedale di Castellana Grotte in seguito al trasferimento. L’arresto cardio-circolatorio che ha portato alla morte il paziente è, in realtà, una complicanza piuttosto comune in questo genere di intervento, quello, invece che è strano è sottoporre un paziente a questo tipo di operazione chirurgica in una struttura che non possiede la necessaria strumentazione per controllare e gestire tali complicanze, peraltro, “nel caso, in specie, ampiamente previste dall’anestesista. Mancava (e manca!), infatti, nella struttura, una sala di rianimazione che consentisse il monitoraggio attento dei parametri vitali post-operatori”. Ciò che infatti si è contestato agli imputati non è l’intervento in se che, secondo il parere di tutti, tecnicamente era riuscito ma “l’imprudenza con cui tale intervento è stato svolto e la superficialità nelle valutazioni pre e post operatorie”. De Tomasi, ha ritenuto, dopo aver ascoltato tutti i pareri e gli esperti del caso, che c’è stata questa forma di imprudenza nel sottoporre il paziente a questo tipo di intervento in questa struttura; ad oggi non c’è ancora un parte motivazionale (che sarà pronta entro 90 giorni e che sarà utile a capire il percorso logico-giuridico che ha portato il giudice ad accertare tale responsabilità) ed è stato emesso solo un dispositivo di sentenza con cui li ritiene responsabili dei reati ascritti. “Per gli imputati- commenta l’avvocato Ottavio Martucci, legale di uno dei figli di Apruzzi- un anno di reclusione per ciascuno (pena sospesa e la non menzione della condanna), il risarcimento dei danni verso le parti civili da liquidare in un separato giudizio civile e ad una provvisionale di 10 mila euro per ogni parte civile a carico degli imputati e del responsabile civile che è la Asl di Taranto”. Ciò vuol dire che, accertati i danni morali, il giudice ha intanto assegnato subito una somma per ogni parte civile fermo restando che, in secondo grado, se la sentenza è confermata si procederà al risarcimento totale del danno, se la Corte d’Appello dovesse assolvere gli imputati, in quel caso, le parti civili sono tenute alla restituzione di quanto percepito. Tuttavia, anche se non ancora quantificato un danno c’è ma è rimesso al giudice civile che stabilirà l’intera somma.

Fonte: Extra Magazine