Un fiume di gente lungo oltre un chilometro che ha attraversato le strade della città. È la processione del Corpus Domini, considerata la madre delle processioni, che come ogni anno anticipa di poche settimane i tradizionali festeggiamenti dei Santi patroni Martino e Comasia.
In occasione della solennità del Corpus Domini si porta in processione, racchiusa in un ostensorio, un’Ostia consacrata ed esposta alla pubblica adorazione: viene adorato Gesù vivo e vero, presente nel Santissimo Sacramento. È l’unica processione dell’anno liturgico ad essere di precetto, secondo il diritto canonico.
Folle di gente in rigoroso silenzio anche ai bordi delle strade e fedeli raccolti in preghiera, che si segnavano al passaggio del baldacchino che accompagnava l’ostensorio.
Si è percepita un’aria diversa, quest’anno si è sentita maggiormente la fede religiosa, schiacciata troppe volte dal peso delle “sfilate politiche” che spesso e volentieri accompagnano questo genere di manifestazioni pubbliche.
Nessuna distrazione solo tanto raccoglimento e un silenzio interrotto soltanto dal canto delle campane festanti delle chiese che salutavano il passaggio della processione e dal vento fendente che per tutto il fine settimana scorso ha soffiato sulla Valle d’Itria. Circostanze evidenziate anche dalle parole di Mons. Franco Semeraro, il quale a margine della processione ha detto: “ho visto la gente che si segnava con il segno della croce, ho sentito la partecipazione dei fedeli in preghiera”.
Grande attesa anche per il tradizionale messaggio di Mons. Semeraro che talune volte si caratterizza per essere monito alla comunità e termometro della qualità della vita cittadina. Don Franco è uomo di Chiesa, figlio di quella dimensione umana che vede l’uomo impegnato alla continua ricerca dell’impegno civico, che è al servizio della comunità, che conosce e mette in pratica gli insegnamenti della Dottrina Sociale. Non la Chiesa bigotta delle sacrestie, ma quella in mezzo alla gente: quella chiesa che con tante difficoltà riesce a dare testimonianza anche ai giovani.
Nel suo messaggio conclusivo, prima della conclusione della Processione Don Franco ha voluto ricordare il 60esimo anniversario dell’ordinazione sacerdotale di Benedetto XVI, citando uno dei Suoi recenti interventi. Lo scorso 7 maggio ad Aquilea, in occasione della Visita Pastorale alle Chiese del Nord Est, il Papa ha detto: “raccomando l’impegno a suscitare una nuova generazione di uomini e donne capaci di assumersi responsabilità dirette nei vari ambiti del sociale, in modo particolare in quello politico”. Sulle parole di Sua Santità appare chiaro l’invito all’impegno civile. Solo due anni fa fecero discutere le parole di Don Franco, in cui in occasione della medesima circostanza si chiese un maggiore impegno da parte delle istituzioni politiche affinchè si risollevassero le sorti della città. Quelle parole che fecero tanto parlare, in quanto pronunciate da un uomo di Chiesa, aprono oggi la strada ad una riconosciuta autorevolezza del clero martinese che oggi è in linea con gli insegnamenti di Benedetto XVI e che vuole che la città si riappropri della sua identità messa in crisi dai personalismi e dalle logiche della bassa politica.
Ottavio Cristofaro