A Ceglie Messapica dal 13 al 15 settembre si terrà la terza edizione del Ceglie Young Festival, tre giorni in cui i giovani saranno protagonisti e fruitori di alcune esperienze artistiche e musicali.
L’obiettivo del festival, immaginato dal Sindaco Angelo Palmisano e dall’Amministrazione Comunale che ha affidato la direzione Artistica e quella Organizzativa a Retroscena e allo staff di Casarmonica è quello di creare dei momenti di connessione tra le giovani generazioni attraverso le arti, la musica e la cultura, mettendo in rete i talenti di ognuno, generando processi di crescita e consapevolezza artistica affiancando e promuovendo le loro produzioni artistiche e musicali indipendenti, dando loro supporto tecnico e logistico. Creando spazi in cui possono esibirsi ed incontrarsi, conoscendosi e scambiandosi esperienze, un modo per sperimentarsi e raccontarsi.
Venerdì 13, a partire dalle ore 21 sul palco di Retroscena, in via Beato Angelico, durante l’open stage, si esibiranno giovani artisti emergenti, alle 22 sarà la volta di Kyoto. Il progetto Kyoto (aka di Roberta Russo), è nato nel 2020: la peculiarità risiede nella fusione della tecnica del beatbox con un’elettronica scura e cinematica. Kyoto intona e declama parole in maniera frenetica, irriverente, dissacrante, che arrivano dritto allo stomaco e alla testa, su pattern musicali ripetitivi, martellanti, che uniscono l’elettronica moderna a elementi tipici della tradizione, come quella pugliese che la rappresenta. Il progetto vira verso scenari che si distanziano dal panorama musicale italiano, cercando un luogo dove identificarsi, o forse semplicemente sfuggendo ogni tipo di staticità sintattica e musicale. A seguire il live di Fuckin’ Entropy, un progetto artistico che intende unisce la musica elettronica alle arti visive. Prodotti multimediali che, basati sui paesaggi interiori dell’uomo, cercano di creare un ordine/disordine nell’umanità.
Sabato 14 settembre alle ore 21 sarà L’Orchestra giovanile del Conservatorio Tito Schipa di Ceglie Messapica, diretta dal M°Marcello Corti ad aprire la seconda serata del Festival. Nonostante l’intento didattico del programma musicale, l’Orchestra propone un repertorio estremamente coinvolgente e capace di unire alcuni grandi capolavori del repertorio sinfonico a colonne sonore da film e composizioni più leggere. La sezione staccata di Ceglie del Conservatorio di Lecce è una risorsa preziosa per il territorio: fare musica insieme all’interno di questa importante istituzione formativa e portare il risultato alla cittadinanza è una restituzione culturale estremamente importante. È con questo spirito che l’Orchestra Giovanile del Conservatorio di Ceglie si esibisce: la musica unisce, arricchisce e emoziona sia chi la suona che chi la ascolta. Marcello Corti è un direttore d’orchestra, divulgatore e creativo con un’attività che spazia tra musica classica, contemporanea, popolare e colta. La sua carriera è caratterizzata da una costante esplorazione musicale, che gli permette di lavorare con professionisti, giovani musicisti e amatori. Con la sua direzione energica e coinvolgente, riesce a ispirare sia i musicisti che il pubblico, offrendo esperienze musicali innovative. Alle 22 si esibirà Il Maestrale un progetto nato dall’unione delle tre anime cantautorali di Simona Valenzano, Alessandra Valenzano e Nicholas Palmieri. Il nome rappresenta perfettamente il sound del progetto, il quale indaga e fonde sonorità più nostrane e cantautorali con sonorità propriamente più elettroniche e mitteleuropee: ciò che il vento porta da fuori. A chiudere la serata alle 23.30 due artisti cegliesi, Mauro Francioso e Giuseppe Balestra, in un progetto in continuo divenire nato dalla pura voglia di sperimentare e giocare unendo l’ambito musicale e l’ambito dell’animazione. Sound e immagini cicliche si susseguono e addizionano creando atmosfere oniriche e surreali.
Domenica 15 settembre, alle ore 21 si ripropone l’open stage con l’esibizione di giovani artisti emergenti, a seguire alle 22, il live di Walter Celi polistrumentista, cantante e songwriter pugliese nelle cui vene scorre sangue italiano, greco ed etiope, origini che risuonano nel suo songwriting meticcio, un suono personale dove innumerevoli influenze dialogano con grande naturalezza. Una poetica della strada che pesca a pieni mani da rhythm and blues, soul e cantautorato italiano anni ‘70 e che ritorna strada con una una dedizione religiosa verso il palco e una grande passione per la componente live. La serata si concluderà con le sonorità del giovane cegliese Globo.