Gran finale per il 50° Festival della Valle d’Itria con il concerto “Madamina” – Lo Stradone

Gran finale per il 50° Festival della Valle d’Itria con il concerto “Madamina”

Martedì 6 agosto (ore 21) si chiude a Palazzo Ducale di Martina Franca il 50° Festival della Valle d’Itria con il concerto “Madamina, il catalogo è questo. Il Belcanto piacere dei sensi”, viaggio tra musica e parole, omaggio alla tradizione lirica di cui la manifestazione è culla.

Piero Romano alla direzione dell’Orchestra della Magna GreciaMassimiliano Gallo – volto noto in film e serie di successo, da “Imma Tataranni” a “I Bastardi di Pizzofalcone” – e l’attrice e presentatrice Noemi Gherrero, racconteranno la figura femminile nell’opera, tra desiderio e ispirazione poetica.

Il programma propone una panoramica tra le arie belcantistiche più celebri, frammenti di un discorso amoroso che prendono corpo nelle voci di quattro solisti impegnati in alcune produzioni liriche della presente edizione del Festival: il soprano Claudia Urru, il mezzosoprano Saori Sugiyama, il tenore Zachary McCulloch e il baritono Alexander Ilvakhin.

Con il testo realizzato per l’occasione da Federico Vacalebre, giornalista, saggista, critico musicale, autore di libri, spettacoli e film (come il documentario su Napoli Passione di John Turturro), il concerto “Madamina, il catalogo è questo” allude nel titolo all’opera Don Giovanni di Mozart, e all’aria in cui il servitore Leporello elenca a Donna Elvira, sedotta e abbandonata, il conteggio delle conquiste femminili di Don Giovanni.

“Da qui si parte per un viaggio, emozionante ma anche divertente, ironico ma anche serio, nella storia dei seduttori e delle sedotte dell’opera lirica, delle baruffe sentimentali, ma anche degli amori tossici, come quello della Carmen di Bizet che si conclude con un drammatico femminicidio” racconta Federico Vacalebre. Nel gioco delle parti tra attori, cantanti e professori dell’orchestra, Fiordiligi e Ferrando cantano “Tra gli amplessi in pochi istanti” (da Così fan tutte di Mozart), Figaro e Rosina duettano in “Dunque io son… tu non m’inganni” (dal Barbiere di Siviglia di Rossini), il Duca di Mantova intona “Bella figlia dell’amore” in uno dei più celebri quartetti d’opera lirica (da Rigoletto di Verdi), Nemorino confida in una magica pozione per conquistare l’affetto di Adina (L’elisir d’amore di Donizetti). Nell’anno delle celebrazioni dei 100 anni dalla morte di Giacomo Puccini, non può mancare nel programma uno dei duetti più belli mai composti: quello di Rodolfo e Mimì “O soave fanciulla”, da La bohème.

Potenza della lirica, dove ogni dramma è finzione ma anche verità e racconto di sentimenti universali che continua ad appassionare generazioni di spettatori.