MARTINA FRANCA – Avevano chiesto l’azzeramento, alla fine hanno ottenuto l’auto-scioglimento del Consiglio Comunale. Così l’epilogo di Franco Palazzo e della sua travagliata amministrazione a quattro anni dalla sua elezione, dopo la richiesta di alcuni suoi Consiglieri Comunali.
Sedici consiglieri comunali ieri mattina si sono presentati nell’ufficio del segretario generale del Comune protocollando le dimissioni e avviando così l’iter per lo scioglimento anticipato del consiglio comunale di Martina Franca. La comunicazione è stata immediatamente inoltrata al Prefetto.
È terminata così l’esperienza amministrativa del sindaco Palazzo (a quattro anni dalla sua elezione, eletto nel 2007) che nelle scorse ore aveva ribadito l’irrevocabilità delle sue dimissioni.
Fino all’ultimo aveva giocato le sue carte, anche quando, solo qualche giorno fa, aveva tirato fuori l’asso della manica delle dimissioni che tradotto in politichese significa blindare la giunta, prendere tempo e giocarsi il tutto per tutto.
Da conoscitore della politica, protocollando le sue dimissioni da sindaco, Palazzo sapeva bene che se non si fosse raggiunta la quota 16 firme per l’auto-scioglimento, di conseguenza inevitabilmente voleva dire che ce ne erano 16 disposti a mantenerlo a galla. Una mossa che fino a ieri gli aveva garantito oltre 4 anni di governo senza mai avere avuto alcuna vera maggioranza.
Oggi a conti fatti risulta troppo facile, per tutti, sparare addosso ad un sindaco che mai ha avuto una maggioranza, si ricordi che mai sono stati approvati gli indirizzi programmatici, atto preliminare di ogni azione amministrativa e immediatamente successivo all’insediamento consiliare.
È evidente che sul piano politico-amministrativo le colpe del fallimento debbano essere attribuite al sindaco (al pari di un mister di una squadra di calcio in crisi, ndr), ma è altrettanto vero che sul piano più pragmatico a Palazzo non è mai stato concesso di amministrare, e che quindi anche il migliore sindaco del mondo non avrebbe potuto fare di meglio.
Solo ad ora di pranzo di ieri è terminata, quindi, l’esperienza amministrativa del dimissionario da tre giorni Franco Palazzo, per cercare di ritrovare una maggioranza.
Cadranno tutti i dirigenti e staff, oltre ovviamente alla Giunta municipale, mentre le elezioni si svolgeranno tra un anno di questi tempi, a meno di clamorosi risvolti elettorali extra-cittadini. Entro qualche giorno (forse una settimana) potrebbe essere nominato dal Prefetto il Commissario.
E’ stata quella di Franco Mariella la firma decisiva, che però pare avesse già firmato un documento la scorsa settimana, insieme a Di Marco, Gianfrate, D’Arcangelo, Anania Chiarelli e Nardelli, quest’ultimo non più tra i firmatari del documento. Serviva quindi necessariamente la firma di Pasquale Lasorsa, che si è fatta attendere solo perché fuori sede, mai la sua firma è stata in dubbio essendo stato lui stesso tra i promotori da sempre dello scioglimento.
Insieme a Mariella e Lasorsa hanno protocollato le dimissioni altri quindici consiglieri: l’altro Udc Paolo D’Arcangelo, i centristi Anania Chiarelli e Aldo Di Marco, l’indipendente Angelo Gianfrate, i cinque del Pd Giandomenico Bruni, Romano Del Gaudio, Donato Bufano, Vito Pasculli e Franco Basile, i cinque del Pdl Michele Marraffa, Orazio Turnone, Ernesto Lillo, Giovanni Basta e Pino Pulito.
Ottavio Cristofaro