Anche in Valle d’Itria si ripete la tradizione dei riti della Settimana Santa.
Cerimonie meno solenni e meno sfarzose di quelle di Taranto, ma sempre piene di una forte condivisione di momenti di preghiera e devozione religiosa.
La Processione dei Misteri, organizzata fin dal lontano 1716, prende avvio ogni anno il Venerdì Santo dalla chiesa di San Francesco d’Assisi, dove ha sede la Confraternita di Sant’Antonio da Padova, fondata nel 1706. Fin dalla Domenica delle Palme vengono esposte presso la congrega le statue dei Misteri, datate al 1863 e opera di cartapestai leccesi. Il corteo partendo dalla chiesa di san Francesco di Assisi nel tardo pomeriggio, si conclude facendo rientro nel luogo di partenza.
La processione esce dalla chiesa per fare rientro solo quattro ore dopo aver adunato a sé un grande corteo per le vie della città.
La “processione dei Misteri” è uno dei momenti più significativi della devozione popolare martinese nel corso dell’anno.
Al corteo partecipano tutte le confraternite della città con il loro abito caratteristico decorato con ricami e con il gonfalone proprio di ogni confraternita. Segue la croce dei misteri ricca di tutti i simboli della passione e poi le statue che riproducono alcuni episodi biblici; come Cristo all’Orto, l’Ecce Home, la Caduta, Gesù morto e l’Addolorata. Le statue in legno e cartapesta sono portate a spalla dai vari componenti delle confraternite.
La processione raduna ai lati delle strade di passaggio molti fedeli che partecipano commossi all’intercedere lento della processione suscitando forti emozioni di fede.
Il mesto corteo, aperto dalla croce penitenziale, affiancata da due troccole, che vengono scosse dai confratelli a ricordare il terremoto che sconvolse Gerusalemme al momento della morte del Cristo, si svolge per le vie di una città che si raduna in rispettoso silenzio. Questi tre confratelli sono gli unici, oltre alle statue, a “nazzicarsi”, dondolarsi all’unisono mettendo passi di pochi centimetri alla volta, a simboleggiare la natura che si ferma attonita per la morte del Cristo. Come tutti coloro che portano un oggetto in mano durante la processione, indossano guanti bianchi.
Seguono le otto statue dei Misteri, che come detto si possono già ammirare dalla Domenica delle Palme presso la Confraternita, rappresentanti i momenti della Via Crucis.
Particolare, perchè mancante nella serie dei Misteri dei paesi vicini, la statua di Giuda (“Giòre”), che fino agli anni Trenta veniva presa a sassate in odio al suo tradimento.
Le statue, ad eccezione del Cristo Morto e dell’Addolorata, sono pregevoli cartapeste di probabile origine ostunese risalenti al 1864.
Cristo nell’orto degli ulivi. Questa statua è adorna di vere fronde d’ulivo. Negli anni Cinquanta durante la Settimana Santa veniva presa in consegna da un confratello apposito che passava due giorni a prepararla appendendo arance e limoni.
Giuda (Giòre p’a lanterne) che con la lanterna andava cercando Cristo. Ancora oggi si evita di farsi il segno della croce al suo passaggio, al contrario di quanto avviene per le altre statue.
Cristo Morto (Créste murte), la statua più venerata della processione.
L’Addolorata (l’Addulurète), che segue il Figlio morto. Questa statua durante il resto dell’anno veste un manto viola, mentre durante la Settimana Santa è tradizionalmente vestita dalle consorelle con un manto nero. Alla sua vestizione sono tassativamente esclusi gli uomini.
Nella notte di ieri, giovedi, la processione dell’Addolorata. I Confratelli, a due a due, presentano segni che riportano il pensiero alla Passione di Cristo: le pesàre, simbolo delle pietre lanciate a Gesù durante l’arresto, la Croce dei Misteri ed altre due Croci che rappresentano i dolori di Cristo patiti nella notte di prigionia. Il corteo procede lento e dondolante al suono di strazianti marce funebri.
Ottavio Cristofaro