Si riunirà per la prima volta entro febbraio la “cabina di regia” – composta da assessorati regionali, organizzazioni datoriali e sindacali e altri soggetti istituzionali – che deciderà la priorità temporale dei bandi previsti dal Piano straordinario per il lavoro in Puglia. Questo si declina in 6 assi (giovani; donne; inclusione sociale; qualità della vita; sviluppo e innovazione; più qualità al lavoro) per 43 interventi rivolti a 52.035 potenziali destinatari. Le risorse ammontano a 340 milioni. Tra gli interventi previsti: sviluppo dell’imprenditoria femminile, servizi di conciliazione vita-lavoro, apprendistato, assunzioni di disabili, sostegno alla povertà, reimpiego e autoimpiego dei cassaintegrati, ricerca industriale e formazione. Gli interventi partiranno entro giugno.
Liberare i talenti. Gli interventi programmati sono “sostanzialmente positivi – dice Gianluca Budano, presidente regionale delle Acli – perché si punta a intervenire sul lavoro e non genericamente sullo sviluppo economico del territorio, incrociando le politiche della formazione professionale con gli incentivi alle imprese, in un quadro sistematico”. Questo “è privo, però, di un’analisi di contesto”, che va “condivisa e poi esplicitata”. Il Piano “raccoglie e rilancia” iniziative già poste in essere alcuni mesi fa. Il nodo problematico “è che la sistematicità delle politiche che contiene non trova utili interazioni concrete” per portare “la spesa pubblica, specie quella legata ai fondi europei, ad essere efficace al massimo”. Manca, insomma, “lo sforzo a prevedere i risultati dopo la tornata del POR 2000-2006, che non sempre ha brillato”.
E il terzo settore? Per Budano la cabina di regia doveva funzionare in via preventiva ed è “monca” del Forum del Terzo settore. Mancanza “non da poco” poiché “parte consistente del piano è finanziata dal Fondo sociale europeo” e poiché il Terzo settore è importante “sia nella produzione di reddito sia di capitale sociale e relazionale”. C’è comunque “tempo per correggere il tiro”, aggiunge. Per contrastare la disoccupazione giovanile “bisogna dare speranza ai giovani e a tutti coloro che vivono in uno stato di precarietà e incertezza”. In questo, la Regione “ha avviato un percorso virtuoso, vedi il programma ‘Welfare to work’; oggi deve però accelerare il passo”, chiedendo alla società pugliese di assumersi responsabilità di fronte all’insicurezza che c’è nella popolazione. La campagna “Libera i talenti” può essere “l’approccio giusto da emulare nelle politiche pubbliche”.
A cura di Agensir