La Fondazione Paolo Grassi – Festival della Valle d’Itria di Martina Franca annunciano l’assegnazione del Premio “Rodolfo Celletti” 2024 a Pier Luigi Pizzi, maestro dell’arte della messa in scena, protagonista di un cambiamento assoluto nel gusto teatrale che dagli anni ’50 del Novecento si estende fino a oggi, quale eredità viva e feconda alle nuove generazioni di creatori. Scenografo dalla lussureggiante immaginazione, regista acuto e rigoroso, costumista dall’elegante opulenza, maestro dell’illuminazione, i suoi allestimenti hanno determinato un nuovo corso della storia del teatro, contribuendo in particolare alla scoperta di nuovi titoli e autori teatrali e alla valorizzazione di numerose pièce e opere del periodo Barocco di cui, secondo Rodolfo Celletti, Pizzi è stato insostituibile alfiere.
Ha firmato 4 allestimenti per il Festival della Valle d’Itria di Martina Franca: l’indimenticabile “Grande-Dûchesse de Gerolstein” di Jacques Offenbach nel 1996, “Francesca da Rimini” di Saverio Mercadante nel 2016 e, in ultimo, gli applauditi “Matrimonio Segreto” di Domenico Cimarosa e “Ecuba” di Nicola Antonio Manfroce, messi in scena nello stesso spazio scenico nel 2019 con un colpo di virtuosismo teatrale.
Il Premio verrà consegnato dal Presidente della Fondazione Paolo Grassi, Avv. Michele Punzi, il 4 agosto, durante l’intervallo della terza recita de Il turco in Italia di Rossini.
Pier Luigi Pizzi
Ha iniziato ventenne l’attività di scenografo e costumista nel 1951 ed è impossibile in poche righe descrivere la sua carriera internazionale, costruita su centinaia di titoli, accanto a tanti registi, tra i quali è d’obbligo ricordare almeno Giorgio De Lullo per il ventennale sodalizio con la Compagnia dei Giovani, e Luca Ronconi, con cui ha diviso dieci anni di memorabili collaborazioni, dall’Orlando furioso cinematografico, al rivoluzionario Ring wagneriano iniziato nel 1974 alla Scala e completato al Maggio Musicale Fiorentino, con la direzione di Zubin Mehta.
Nel 1977, debutta come regista con Don Giovanni di Mozart al Teatro Regio di Torino. Dal 1982 partecipa al Rossini Opera Festival, considerato un protagonista della Rossini Renaissance, festeggiato nel2022 per i suoi quarant’anni di presenze e nominato cittadino onorario pesarese.
Nel 2000 riceve il settimo Premio Abbiati, per il miglior spettacolo lirico dell’anno, Death in Venice di Britten, al quale seguirà l’ottavo Abbiati alla Carriera. Per i Rameau a Parigi ed Aix-en-Provence, la trilogia Monteverdiana al Teatro Real di Madrid e soprattutto, portato in giro per il mondo, il Rinaldo di Händel, viene considerato uno dei principali artefici del rilancio dell’opera barocca negli anni Settanta e Ottanta, da Orlando furioso di Vivaldi con Claudio Scimone, ad Ariodante di Händel alla Scala fino alla Armide di Gluck con Riccardo Muti.
È inventore e direttore artistico dal 2006 al 2011 dello Sferisterio Opera Festival di Macerata. Nel 2004 Con L’Europa riconosciuta di Salieri riapre la Scala restaurata,e ne cura il progetto di ristrutturazione del Museo. Particolarmente intensa l’attività nei teatri fiorentini: alla Pergola fino a L’incoronazione di Poppea di Monteverdi. Al Comunale, tra i tanti spettacoli, Alceste di Gluck, con la direzione di Vittorio Gui, Nabucco, Il trovatore, Attila, Guglielmo Tell e Orfeo ed Euridice con Riccardo Muti.
Presente, da settant’anni, nei più importanti teatri e festival del mondo, ottiene prestigiosi riconoscimenti internazionali, tra cui la Legion d’Honneur e il titolo di Officier des Arts et des Lettres in Francia, di Cavaliere di Gran Croce al merito della Repubblica Italiana, di Commandeur de l’Ordre du Mérite Culturel nel Principato di Monaco.
Gli viene conferita una laurea honoris causa all’Università di Macerata in scienza dello spettacolo e in storia dell’arte alla Statale di Milano. Si è da sempre dedicato al teatro di prosa: è dell’ultima stagione un suo ritorno con Un tram che si chiama desiderio e La dolce ala della giovinezza di Tennessee Williams, Pour un oui ou pour un non di Nathalie Sarraute e Turandot di Carlo Gozzi per il Teatro Stabile del Veneto.