Domenica 13 febbraio le donne italiane hanno deciso di manifestare il loro profondo disagio: dai livelli dell’occupazione femminile, dalla quantità delle retribuzioni, dalla qualità della rappresentanza nei luoghi decisionali, risulta abbastanza evidente che l’Italia non è un paese per donne.
Martina Franca fotografa perfettamente questa situazione: molte donne, che con il loro lavoro per tanto tempo hanno sostenuto l’economia della città nelle industrie, nell’agricoltura, nei servizi, soffrono i morsi della crisi, in termini di disoccupazione, di cassa integrazione, di mobilità e di precariato; le retribuzioni, che da noi non hanno mai raggiunto particolari picchi si sono drasticamente ridotte e non riescono a fronteggiare l’alluvione delle tasse, dei tributi, della compartecipazione alle spese per la fruizioni di servizi fondamentali, quali la salute, i trasporti l’assistenza alle persone non autosufficienti quali gli asili nido, le residenze sanitarie assistite ecc. E queste stesse donne non hanno rappresentanza nelle sedi dove si decide della qualità della vita delle popolazioni: in consiglio comunale la presenza femminile è particolarmente risibile e nella giunta municipale, dove la legge considera obbligatoria la rappresentanza di genere, è assente la rappresentanza di genere femminile.
Se in questo quadro così deprimente si inserisce la rappresentazione grossolana del ruolo che la donna deve avere nella nostra società, dei requisiti che deve necessariamente possedere per ritagliarsi lo spazio che le spetta: giovanissima, bella, disponibile alla mercificazione del proprio corpo, si può comprendere la grande e incontenibile rabbia che attraversa in questo momento il mondo delle donne italiane.
Per manifestare le proprie ragioni le donne anche a Martina domenica, 13 febbraio alle ore 10 in piazza Roma si incontreranno per raccontare la loro vera vita e per incitare tutti, uomini e donne, a guardare in faccia con coraggio la realtà della vita di tutti i giorni.