Sesta edizione della Giornata di studi dedicati alla famiglia Caracciolo, quella svoltasi lo scorso sabato 13 dicembre presso il Salone di rappresentanza dell’Associazione Artigiana, ed organizzata dal Gruppo Umanesimo della Pietra, in collaborazione con la Confraternita Immacolata dei Nobili e con la Fondazione Caracciolo – de Sangro. Questa manifestazione, promossa annualmente in dicembre, ha una duplice valenza: onorare la memoria di Maria Beatrice Monticelli Obizzi, nota ai martinesi come “donna Maruska”, e promuovere un convegno di studi sulla famiglia Caracciolo, duchi di Martina dal 1507 fino all’eversione della feudalità (1806), ed estintisi nella discendenza maschile nel 1827. Maria Beatrice Monticelli Obizzi (1924 – 2001), figlia del marchese Giannantonio e di donna Isabella De Sangro, era nipote ex-sorore dell’ultimo duca di Martina, Riccardo De Sangro (1889-1978). Con estrema decisione e con notevoli sacrifici personali seppe imporre agli altri coeredi del duca Riccardo il rispetto delle volontà dello zio defunto, il quale aveva più volte manifestato l’intenzione di donare al Comune di Martina Franca tutte le carte delle famiglie Caracciolo e De Sangro. Questo enorme giacimento culturale, dichiarato dalla Soprintendenza Archivistica per la Puglia di notevole interesse nazionale, e attualmente informatizzato, è stato arricchito da donna Maruska, nel 1997, con il versamento degli ultimi documenti riguardanti la più recente gestione del vasto latifondo di San Basilio, proprietà burgensatica dei duchi di Martina e di Sangro. Il tema del convegno di quest’anno, invece, riguarda l’opera più significativa lasciata da questa famiglia, di origine napoletana, a Martina, vale a dire il Palazzo Ducale. “I Caracciolo e Martina: il Palazzo Ducale e la città” è il titolo, infatti, della relazione, tenuta dinanzi ad una gremita platea, dal professor Oronzo Brunetti della Facoltà di Architettura dell’Università di Firenze, il quale ha messo in luce come la monumentale residenza, oggi sede del Municipio, s’inserisca nella tendenza, diffusa nel Regno di Napoli in età barocca tra le famiglie nobili, di edificare sontuosi palazzi per rimarcare la propria immagine sociale. Il Palazzo ducale, la cui costruzione fu avviata nel 1668, è particolarmente esemplare sia per l’importanza dei proprietari che per la buona qualità del progetto e dell’esecuzione dello stesso. La mancanza di documenti, tuttavia, non permette di sciogliere annosi quesiti storici circa il nome del progettista, i suoi modelli culturali e le fasi di avanzamento del cantiere.
Michele Lenti