Per le celebrazioni della Settimana Santa, venerdì 31 marzo alle ore 20.00 nella Chiesa di Cristo Re a Martina Franca, è in programma l’esecuzione dello Stabat Mater di Giovanni Battista Pergolesi, ultima opera del giovane di Jesi scomparso a soli 26 anni nel 1736, e pietra miliare per le generazioni successive della scuola napoletana, veneziana e per il fedele sentire Occidentale fino al più recente Novecento. Lo Stabat Mater è una composizione sacra che riflette le prime righe di una preghiera del XIII secolo attribuita a Jacopone da Todi e dedicata alla Vergine Maria, addolorata per il Figlio morente. Commissionata a Pergolesi probabilmente nel 1734 dalla laica confraternita napoletana dei Cavalieri della Vergine dei Dolori di San Luigi al Palazzo per officiare alla liturgia della Settimana Santa, la composizione avrebbe dovuto sostituire la precedente versione di Alessandro Scarlatti.
Il programma del concerto sarà completato dall’esecuzione del Salve Regina in La minore dello stesso Pergolesi.
L’esecuzione sarà affidata alla Cappella Musicale Corradiana, con le voci del soprano Annamaria Bellocchio e del contralto Greta Carlino e l’ensemble composto da Fabrizio Cipriani (violino primo), Gabriele Bellu (violino secondo), Guido De Vecchi (viola), Gaetano Simone (violoncello), Antonella Parisi (viola da gamba), Matteo Cicchitti (violone) e Gaetano Magarelli (organo), diretti dal M° Antonio Magarelli.
Il concerto sarà preceduto alle ore 19.00 nella Sala del Cantico della Chiesa di Cristo Re da una conversazione dal titolo “La rappresentazione del dolore, dallo Stabat Mater alla Pietà” a cura della Dott.ssa Lucrezia Nardelli, storica dell’arte di Castel del Monte. Se moltissimi sono i compositori che hanno interpretato il tema dello Stabat Mater, più difficile è isolarlo nella storia dell’arte, dove la rappresentazione della Mater Dolorosa è solitamente inserita in raffigurazioni più ampie incentrate sulla Crocifissione, il Compianto sul Cristo Morto, quindi la Deposizione. Solo raramente la Madonna è colta da sola nel suo ruolo di madre sofferente. A partire dal tardo medioevo, queste rappresentazioni iniziano però ad indagare la figura e i sentimenti della Vergine, con esiti di volta in volta differenti anche all’interno della produzione di uno stesso artista. Così, ripercorrendo alcuni momenti all’interno dell’iconografia sacra (ma talvolta sorprendentemente anche “profana”) dal Medioevo fino al Novecento e all’epoca contemporanea, la conversazione mostrerà come il tema dello Stabat Mater sia stato interpretato ora secondo l’iconografia tradizionale, che vorrebbe la Vergine mite e malinconicamente fiduciosa nel disegno di Dio, ora secondo l’immagine nuova di una madre che mostra reale e palpabile, sul volto e nei gesti, un sentimento del tutto terreno, profondamente umano.
Il Concerto è organizzato dal Centro Artistico Musicale Paolo Grassi in collaborazione con la Fondazione Paolo Grassi e la Parrocchia Cristo Re dei Frati Minori.