C’è un posto, a Martina Franca, dove è ancora possibile trovare contestualmente bambini e ragazzi universitari, persone adulte e talvolta anziane, immerse in un silenzio ormai raro nelle nostre caotiche città, dove persino gli amati cellulari possono al massimo vibrare. È un posto che rappresenta, ogni volta che si varca la porta di ingresso, una sorpresa, una scoperta, perché in quel preciso istante ho la conferma che a Martina è ancora possibile toccare qualcosa che funziona, che vive, che presta un servizio alla comunità e sopratutto che c’è chi sa riconoscere le buone cose e fruisce di esse.
Per quelle persone che frequentano la Biblioteca Comunale “Isidoro Chirulli” esiste una profonda stima, perché a riunirle per un pomeriggio, o solo per qualche ora, è lo stesso scopo: il desiderio di conoscere. Qualcuno è lì per studiare, per approfondire qualche ricerca, altri per svolgere assieme compiti assegnati a scuola, altri semplicemente per il piacere della lettura, senza dimenticare che nella biblioteca ci sono postazioni per l’accesso a internet, così come è possibile richiedere in prestito dei film.
Non mancano, di certo, i caratteri tipici dell’improvvisazione martinese per cui, quasi mai, una decisione è presa poiché frutto di una seria programmazione, ma semplicemente per risolvere emergenze dell’ultimo minuto. Infatti, quello che si avverte all’interno della biblioteca è un senso di inadeguatezza dei grigi scaffali, che vanno a cozzare con il soffitto riccamente decorato e allo stesso tempo negano la vista sullo “Stradone”, senza dimenticarsi delle luci a neon, sicuramente funzionali, ma esteticamente inguardabili, collegate come sono, da una parte con giunti agli stessi scaffali e dall’altra affondate nella muratura di una sala, voltata a botte, di sicuro dignitosa. Insomma una soluzione che ha tanto le sembianze della solita improvvisazione o della scelta dell’ultimo minuto.
In compenso la cordialità e la preparazione degli impiegati, attenti ad ascoltare le diverse esigenze che vengono loro rivolte fanno si che quasi sempre si possa lasciare questo posto rinfrancati e arricchiti. E che dire, poi, se magari si incontra nei vicoli del nostro centro storico qualche bambino, che poco prima era tutto intento a sfogliare le copertine dei dvd disponibili per il prestito e quindi lasciava la sala stringendo tra le mani, soddisfatto, la custodia del suo cartone animato preferito. Proprio lui che non dispone della pay per view o della tessera della videoteca.
Forse qualcuno penserà che tali considerazioni siano eccessivamente spinte da suggestioni solo apparenti, da visioni romanzesche, in fondo si tratta di un semplice apprezzamento ad una modesta biblioteca.
Voi come reagireste se trovaste un bicchiere d’acqua dopo aver camminato per giorni nel deserto?
Marco Marangi