Achille e il suo trentennale presepe storico – Lo Stradone

Achille e il suo trentennale presepe storico

Chiamarlo semplicemente “presepe” è riduttivo. La creazione di Achille Fumarola, 55enne artista martinese, la si può definire una vera e propria mini-città, dotata di ogni attività commerciale, rigorosamente tradizionale, ben lontana dagli standard caotici moderni, che rendono il capolavoro del maestro martinese unico nel suo genere. L’opera – che conta un centinaio di statue, dinamiche e non, e dieci dozzine di animali, tra capre, pecore, maiali, oche, mucche e galline – è realizzata su tre piani: bucolico quello inferiore, rupestre il secondo, mentre il terzo si divide tra un paesaggio montuoso, caratterizzato da baite e taglialegna, ed uno esotico, formato da palme, cammelli, elefanti e mercanti, in stile “Mille e una notte”. E’ proprio dal piano inferiore che inizia il tour itinerante di questa splendida realizzazione, divenuta ambita “meta di pellegrinaggio” di parenti e amici della famiglia Fumarola. Il primo piano è quello più affollato, dove pastori, lavandaie e suonatori, si barcamenano a destra e a manca, rievocando un curioso scenario di una metropoli moderna ante litteram. Ed è sempre qui che si trova la maggior parte di botteghe, di qualsiasi genere e necessità. Si inizia da un tosatore, solertemente al lavoro con le sue pecore, affiancato da un immancabile falegname che, circondato da validi aiutanti, espone i prodotti già pronti agli eventuali committenti. Proseguendo si incontra il grande forno adattato ad osteria, dove i mastri fornai deliziano i clienti sfornando pane vero, con instancabili garzoni che riforniscono l’intero villaggio con le delizie dei mastri. Una volta riempita la pancia, stando attenti a non ostacolare il pascolare delle pecore, guidate da un pastore che svetta da una strategica collinetta, si giunge all’adiacente latteria, anch’essa brulicante laboriosità e genuinità, dove la lattaia è pronta a soddisfare la sua utenza. Il viaggio prosegue lungo il paesaggio, illuminato da lampioni fatti meticolosamente a mano, con un ruscello perpendicolare che collega il primo piano direttamente col terzo, altra chicca partorita dalla mente del geniale e certosino Achille. Dopo un bel bicchiere di latte, arriva il momento di fare la spesa: basta recarsi dal fruttivendolo. Poi ecco un bottaio ed un ceramista che, instancabilmente, lavorano legni e argille. Il clima non può essere che rigido, e allora non c’è migliore occasione di fornirsi dal commerciante di stoffe, di tutte le misure e qualità. Se le sue stoffe dovessero risultare lunghe o corte, nessun problema, tanto c’è anche l’arrotino. Con un calzolaio e un fabbro che di certo non potevano mancare, il primo piano si conclude con un’altra genialata dell’artista martinese: una seconda osteria che, a differenza di quella precedentemente incontrata, si staglia su due piani, collegati anche da una scalinata esterna. Una volta usciti dall’osteria, ecco presentarsi alcune novità rispetto al primo piano, vale a dire una macelleria, una maglieria ed un laboratorio artistico, con pittori e scultori. Non manca anche il mercato, popolato da molti autoctoni alla ricerca del buon affare, che introduce alla particolarità del piano: un rifugio di una coppia di anziani seduti a tavola, uno intento ad abbeverarsi e l’altro scansafatiche che, stancamente vigila quattro pecore, forse fonte di sostentamento per le esigenze alimentari della famiglia. Infine il terzo piano, a cui vi si accede percorrendo due ripidi pendii posti alle estremità del piano intermedio. Salendo il pendio dalla parte sinistra, inizia un altopiano, caratterizzato da due ville di montagna situate sul punto più alto del presepe. Incamminandosi verso la parte opposta, si incontrano altri giovani pastori e una grande fattoria dove una massaia è dedita a stendere i panni. Il piano in questione è quello più “naturalistico”, in quanto si incrociano allevamenti equini, di anatre e galline. Prima di arrivare alla parte conclusiva formata dai 3 Re Magi, ecco l’ultimo lavoratore dinamico, un energico fattore che raccoglie acqua calando il suo secchio nel pozzo. Si lavora senza sosta, un coacervo di instancabili braccianti che, nonostante l’incessante e dura attività quotidiana, non si rivolgeranno ad alcuna organizzazione sindacale minacciando lo sciopero. A lavorare di meno sono senz’altro Gaspare, Melchiorre e Baldassarre, i tre magi che in sella ai propri cammelli raggiungeranno, entro il sei gennaio, la capanna della Natività: quest’ultima, paradossalmente, l’elemento che quasi passa in secondo piano nella ricchezza e nella varietà dell’intero scenario. Una capanna che ha nella stella cometa il fattore di riconoscibilità. “Il primo presepe lo realizzai a dieci anni su un comodino – spiega Achille – ereditando una passione di mia madre. Ogni anno arricchisco il presepe con nuovi personaggi ed ambientazioni, impiegando oltre due mesi per allestire il tutto”. Il maestro martinese, infatti, comincia a pensare il periodo storico ed i luoghi geografici in cui nacque Gesù, sin dai primi giorni di settembre, conscio del fatto che gli serviranno almeno due settimane per montare la struttura in legno e gli elementi caratteristici della propria opera. Adesso è tempo di godersi i meritati riconoscimenti, ma c’è da scommettere che già dal sette gennaio Achille penserà al presepe del 2011, dove magari non ci sarà da sorprendersi se vi saranno collocati un ospedale o una scuola di filosofia.

Gisberto Muraglia