La doppia fiducia che il quarto governo Berlusconi incassa a oltre due anni dal suo insediamento chiude la lunga disputa con Fini e il suo gruppo, ormai chiaramente all’opposizione. Il risultato aprirà una nuova fase politica o porterà comunque al voto anticipato? I prossimi giorni s’incaricheranno di sciogliere questo interrogativo, legato alla necessità, comunque, di dare al Paese solide prospettive di fronte a una crisi che sta affrontando bene, ma che richiede ancora molti investimenti.
Qui sta il punto. Fiducia è la parola chiave, al di là del lessico parlamentare: l’Italia ha bisogno di fiducia, cioè buon governo, e ha bisogno di serenità. Il voto parlamentare, e i molteplici segnali che l’hanno preceduto, sono unanimemente a sottolineare la richiesta di stabilità. Ancora una volta Berlusconi, che ha resistito e duramente contrattaccato a un’insidiosissima sfida interna, è investito di questo mandato. Probabilmente qui si deciderà, al di là delle vicende personali da ultimo rilanciate dal sito Wikileaks, il giudizio storico sulla sua ormai lunga stagione al governo del Paese.
L’Italia ha bisogno di serenità, come ha sottolineato più volte ad esempio il presidente della Cei, e in questo senso si devono orientare le pur necessarie riforme e, comunque, le politiche pubbliche.
È necessaria la serenità.
Molti segnali sono preoccupanti. Lunedì 13 dicembre, l’ennesima aggressione al segretario della Cisl, poi i disordini a Roma, con tanti feriti, pur con un centro (i palazzi della politica e del potere) blindato. Non è una bella aria. Basta poco perché diventi ancora più pesante. Per questo è necessario aprire le finestre, è necessario trasmettere messaggi di operosità, di responsabilità, è necessario aprire prospettive condivise e di lungo periodo.
Così ritornerà anche l’interesse e la partecipazione alla politica. I giovani sono pronti. Ma hanno bisogno di occasioni e di potersi inserire in un percorso virtuoso.
agensir