Pochi mesi fa si è costituito nella nostra città un comitato con la finalità di mantenere viva la memoria di un sacerdote che, inviato a Martina nel novembre 1951, ha guidato con sapienza evangelica e spirito di servizio la parrocchia di San Martino fino al 1993. Don Giovanni Caroli – questo il suo nome – ha lasciato una traccia significativa del suo ministero soprattutto nel cuore della gente che, a distanza di diciassette anni dalla sua dipartita, lo ricorda con nostalgia come inestimabile guida spirituale e pastore attento e affabile.
Dopo una serie di incontri preliminari che sono serviti per approfondire meglio la sua personalità, ci siamo interrogati sul modo migliore per far conoscere lo spessore della sua poliedrica attività, soprattutto come sacerdote, educatore, esperto in varie discipline e maestro di spiritualità. In questo lavoro di riflessione, di confronto e di ‘scavo’ della sua figura, un aiuto importante ci è venuto dalla sua famiglia che, con grande disponibilità e partecipazione, ha messo a disposizione quel supporto documentale (omelie, preghiere, composizioni, fotografie) che sta contribuendo a farci capire meglio la profondità del suo pensiero. Grazie all’applicazione whatsApp, tutta questa mole di materiale si è estesa raggiungendo un gruppo di persone che all’inizio non pensavamo potesse diventare numeroso e che soprattutto interagisse.
Come primo appuntamento associativo ‘in presenza’, che noi chiamiamo “comunitario”, decidemmo di partire con un momento di preghiera: una celebrazione eucaristica in suffragio del nostro Arciprete (così veniva chiamato) proprio in San Martino il 28 settembre scorso. Quell’iniziativa vide la partecipazione di un buon numero di fedeli, ex parrocchiani (ma non solo). Si trattò di persone che per i motivi più diversi avevano avuto modo di conoscerlo e di apprezzarlo.
Un secondo momento di riflessione e approfondimento della figura di Mons. Caroli sarà costituito da una Mostra fotografica e documentale che presenteremo dal 20 al 30 novembre p.v. presso il Palazzo Ducale (ex sala delle Pianelle). Saranno ripercorsi tutti i momenti della sua vita, dalla sua infanzia crispianese agli anni in seminario, dai suoi studi all’ordinazione sacerdotale, fino alla nomina come parroco a San Martino. Grande attenzione verrà data proprio a questi anni che coincisero con la sua maturità piena e la proficua ‘semina’. La mostra si estenderà fino agli ultimi anni quando lasciò la responsabilità parrocchiale. Rimase, però, immutato il suo zelo apostolico e la paternità spirituale verso gruppi e associazioni ecclesiali, oltre che di singoli fedeli bisognosi di una direzione spirituale rigorosa e al contempo misericordiosa. Questa responsabilità verso Dio e verso la comunità ecclesiale don Giovanni l’ha portata avanti sempre con gioia e sollecitudine, nonostante le sofferenze fisiche e morali che, particolarmente negli ultimi anni, erano diventati gravosi, ma mai esternati. Questo aspetto emerge da tante evidenze e anche da testimonianze che a noi stessi sono state consegnate.
Se dovessimo associare alla figura di don Giovanni uno dei tanti motti paolini sceglieremmo senz’altro il seguente: “Caritas Christi urget nos” (“l’amore di Cristo ci spinge”). Era tanto accorta e intensa la sua ‘ansia’ pastorale che le sue giornate, nessuna esclusa, erano orientate verso quel fine da lui più volte sottolineato e sperato, che con Sant’Ignazio di Loyola egli non avrebbe sicuramente esitato a definire “ad maiorem Dei gloriam”.
Concludiamo dettagliando lo svolgimento della serata di domenica 20 novembre. Alle ore 17 in punto ci riuniremo nella chiesa di Satma Maria della Purità (c/o Villaggio di Sant’Agostino) per la messa celebrata da Don Michele Castellana, uno dei tanti collaboratori diretti di Mons. Caroli (è stato vice-parroco e ‘brillante’ nonché amato assistente dei giovani di Azione Cattolica Italiana nella seconda metà degli anni sessanta). Subito dopo ci recheremo presso Palazzo Ducale per la benedizione e inaugurazione della Mostra, come su accennato.
Il senso dell’iniziativa non sarà quello di una ‘rimpatriata’, ma di riaffermare nell’ ‘hic et nunc’ il senso di insegnamenti e di valori che, grazie alla chiarezza con cui Mons. Caroli li trasmise a tutti e a ciascuno di noi, rimangono (a volte forse senza che ce ne rendiamo conto) un elemento fondamentale nella crescita, sempre continua, delle nostre persone.
Mario Motolese