Dentro o fuori. È quanto si chiedono all’interno del Pdl. Sarebbe meglio dire dei Pdl, al plurale, perché ormai è risaputa lo doppia, forse anche tripla e quadrupla anima del partito. Azzerare quelle deleghe assessorili che rappresentano in giunta qualche uomo del Pdl e ripartire da lì iniziando in primo luogo dagli eletti. Questa è in sostanza la volontà dei vertici regionali del partito, volontà ribadita ancora una volta nel corso dell’ultimo vertice tenuto da Nessa martedi scorso.
Entro venerdi il Pdl e i suoi uomini dovranno fare quadrato attorno ad una linea comune per tentare di riaprire un progetto serio e, forse, consegnare nelle mani di Palazzo i numeri di una nuova maggioranza. Ammesso che di nuova si possa parlare visto che si tratta di quella venuta fuori dal risultato elettorale. Se il Pdl restasse compatto, il sindaco Palazzo potrebbe vantare una maggioranza davvero molto nutrita, se sommata alla Dc. Occorrerà però capire se davvero, come riportato da alcuni esponenti democristiani, il ritorno per intero del Pdl porterebbe ad un loro allontanamento volontario automatico.
In tutti gli altri casi, tutto verrebbe nuovamente messo in discussione e la strada dello scioglimento anticipato potrebbe tornare a riaprirsi.
Scioglimento auspicato in queste ultime settimane dal partito di Casini con un secco “noi sosteniamo da tempo la necessità che Palazzo vada a casa”. Ma l’Udc suggerisce al sindaco alcuni appuntamenti da inserire nell’agenda politica ritenuti fondamentali. Secondo D’Arcangelo e Mariella e secondo il coordinatore Pastore – “bisogna immediatamente potenziare il servizio tributi ed emettere gli avvisi di accertamento. Altrimenti lo sforamento del patto di stabilità sarà inevitabile e con esso il tracollo”.
In una nota stampa viene ribadito che “dopo avere scelto di liberarsi della giunta tecnica per mettersi nelle mani di una maggioranza che non c’è e che non ha idee, il sindaco ha imboccato una strada che non dà futuro alla città. Mancano due mesi alla fine dell’anno – continua la nota – e quindi alla fine dell’esercizio finanziario e questo spettro dello sforamento si avvicina minaccioso, senza che siano compiuti i passi necessari ad allontanarlo”.
Sforare il patto di stabilità – secondo gli uomini di Casini – “significherebbe andare incontro a sanzioni pesantissime non solo per l’anno prossimo ma anche per quelli successivi: mancati trasferimenti statali, impossibilità di assumere, taglio ai servizi pubblici essenziali”.
Effettivamente è proprio così, ma secondo i consiglieri Udc “per rientrare nel patto di stabilità si possono bloccare tutte le spese oppure incrementare le entrate. Noi siamo per quest’ultima – dicono – bisogna assumere con urgenza gli operatori nel settore tributi e far emettere, poi far notificare, gli avvisi di accertamento. Per le notifiche bisogna avvalersi del personale comunale da impiegare specificamente per alcune settimane – continuano – le somme quindi potranno essere considerate entrate accertate evitando così lo sforamento del patto di stabilità”.
Ottavio Cristofaro