Lunedì 18 Luglio, alle 19.00, nella “Sala Quarto Stato” dell’Associazione Artigiana di Martina Franca, sarà presentato il libro di Alessio Caliandro, “Il Prete Gianni e la performatività del mito” (Fallone Editore). Interverranno, insieme all’autore, il critico letterario Piero Russano e il presidente della Società Operaia, l’avv. Luca Conserva. Modererà la serata, il giornalista Eugenio Caliandro.
Il Prete Gianni e la performatività del mito di Alessio Caliandro vuole dare un nuovo contributo all’interpretazione della figura del mitico re-sacerdote orientale che affascinò e catturò l’immaginario dell’Europa dal Medioevo fino all’Età Moderna.
Nella prima parte, il lavoro ricostruisce la complessa tradizione relativa al Prete Gianni a cominciare dall’analisi della celebre Lettera che lo stesso re-sacerdote, o meglio l’anonimo autore che la compilò, indirizzò all’imperatore bizantino Manuele Comneno nella seconda metà del XII secolo. Successivamente il lavoro si concentra sulle più significative testimonianze di quella ricerca empirica del regno del Prete Gianni che appassionò mercanti, evangelizzatori, Papi e re d’Europa per almeno quattro secoli. Questa avventurosa ricerca porterà l’Occidente all’esplorazione delle terre incognite e avrà un raggio d’azione enorme dall’Asia all’Africa subsahariana. Tale ricognizione storico-geografica andrà ad avvalorare la tesi di fondo del saggio che intende interpretare il mito del Prete Gianni alla luce della sua performatività.
La performatività paradigmatica del mitologema del Prete Gianni si misura proprio nella sua capacità di aver creato una realtà, quella del suo regno, che è stata ritenuta indubitabile per diversi secoli.
Questo saggio insiste particolarmente nell’associare la tradizione del Prete Gianni a un vero e proprio mito di rifondazione della cristianità attraverso l’elaborazione di un nuovo modello teologico, escatologico e politico. A un altro livello di lettura, si intende dare un contributo all’interpretazione generale del mito facendo perno proprio sulla categoria della performatività dedotta dalla teoria dei giochi linguistici di Wittgenstein e dalle riflessioni sul linguaggio di Austin. Secondo questo orientamento il mito può essere interpretato a partire dalla sua capacità di produrre realtà, una realtà non fattuale bensì culturale. Il mito rimane performativo finché è capace di rispondere alle particolari sollecitazioni di un determinato contesto culturale; quando tale effetto inizia inevitabilmente ad attenuarsi si avvia un altrettanto inaggirabile processo di demitizzazione.
Alessio Caliandro (Martina Franca, 1977) è laureato in Filosofia e in Studi storico-religiosi, specializzato in Logoanalisi Esistenziale. Vive a Roma dove insegna Storia e Filosofia. Ha pubblicato il saggio Hölderlin ed Hegel tra unificazione e dialettica sulla rivista filosofica Polemos. Ha collaborato con la rivista letteraria Nuovi Argomenti e curato la collana filosofica Invito al pensiero per la casa editrice Onyx, lavorando, tra gli altri, con i filosofi Remo Bodei, Giacomo Marramao, Elio Matassi ed Emidio Spinelli. Nel 2013 pubblica il romanzo I deragliati per la casa editrice Italic-Pequod di Ancona.