Di seguito la dichiarazione del presidente della Commissione di studio e d’inchiesta sulla criminalità organizzata in Puglia, Renato Perrini.
“Come presidente della Commissione di studio e inchiesta sulla Criminalità pugliese ieri pomeriggio ho partecipato a un interessante incontro – con gli altri presidenti regionali delle Commissioni e con i presidenti degli Osservatori regionali – al quale hanno portato il loro prezioso contributo il Procuratore Nazionale Antimafia Federico Cafiero De Raho, il Procuratore Aggiunto Maria Vittoria De Simone, e il Sostituto Procuratore Francesco Del Bene.
“All’ordine del giorno l’importante lavoro già svolto, ma anche quello da fare nel 2022 in maniera condivisa per armonizzare il più possibile la legislazione regionale, per dare risposte concrete, specie sul piano della prevenzione, al contrasto alla criminalità organizzata e alla mafia.
“Ho ascoltato e raccolto consigli preziosi su come si stanno muovendo sul piano del contrasto all’illegalità nelle altre Regioni. Sulla mia ancora breve esperienza – sono presidente da cinque mesi – ho illustrato l’ultima mozione approvata dal Consiglio, con la quale impegniamo la Giunta Emiliano a sollecitare il Governo a inviare in Puglia più uomini delle Forze dell’Ordine, ma anche più pres?di giudiziari. Ho fatto un esempio su tutti: la provincia di Foggia, un vero e proprio paradosso, che con circa 600mila abitanti ha solo una Procura e un Tribunale, mentre la Regione Molise con 300mila abitanti ha due Procure e due Tribunali. Eppure quel territorio è uno dei più a rischio mafia. In questi giorni sono numerosi gli attentati incendiari ai danni di attività commerciali foggiane nonostante l’instancabile attività delle Forze dell’Ordine.
“Non solo, ho anche evidenziato che la sinergia fra le Istituzioni, la Magistratura e le Forze dell’Ordine oggi è non solo auspicabile in termini di Squadra Stato, ma anche perché le tantissime risorse del PNRR che arriveranno nei nostri territori vengano impiegati nel pieno della legalità amministrativa e penale. Qui le Regioni possono davvero fare tanto in termini di controllo preventivo, con bandi pubblici chiari e non interpretabili.
“Ma è evidente che la nostra azione punta soprattutto alla prevenzione con un occhio particolare ai giovani che sono fra quelli che stanno pagando il prezzo del lockdown, il rischio che il ricorso a sostanze stupefacenti possa essere la soluzione va scongiurato con politiche socio-culturali che noi possiamo e dobbiamo mettere in campo.”