“Il delitto di Giarre”, presentazione del libro di Lepore a Palazzo Ducale – Lo Stradone

“Il delitto di Giarre”, presentazione del libro di Lepore a Palazzo Ducale

Martedì 21 dicembre, alle ore 17.30, nella Sala degli Uccelli a Palazzo Ducale, sarà presentato il libro di Francesco Lepore “Il delitto di Giarre – 1980: un caso insoluto e le battaglie del movimento LGBT+ in Italia”.


Attraverso l’attenta ricostruzione del mistero della morte di Giorgio e Tony, giovani gay uccisi in  Sicilia, Francesco Lepore racconta quattro decenni di battaglie e rivendicazioni del movimento LGBT+ italiano. Già latinista papale presso la Segreteria di Stato e poi officiale della Biblioteca Apostolica Vaticana, Lepore ha lasciato il sacerdozio una quindicina di anni fa dopo aver reso nota la sua omosessualità. Attivista dei diritti Lgbt+ in Italia, su Linkiesta tiene una rubrica quotidiana in lingua latina che ha fatto parlare di sé anche sul New York Times.

Dialogano con l’autore Giovanni Caroli,  Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Taranto, Titti De Simone, responsabile attuazione  del programma del Governo Regionale, Annalise Kooreman, Presidente Uisp Comitato Valle d’Itria, Angela Lacitignola, Presidente SudEst Donne. Modera il giurista e attivista per i diritti LGBTI  Antonio Rotelli. Parteciperanno i docenti e gli studenti delle Scuole Superiori cittadine.

“Dal 1980, anno in cui è ambientato il libro sono stati fatti molti passi in avanti ma non sono ancora abbastanza visto che permane la mentalità stereotipica e spesso  violenta contro gli omosessuali . Con la presentazione di questo libro vogliamo riflettere, insieme agli studenti e ai cittadini, sui diritti LGBTI e il pensiero non può non andare al presente e al recente fallimento della ddl Zan”, dichiara , Annalise Kooreman, Presidente Uisp Comitato Valle d’Itria.

L’iniziativa è organizzata da UISP Sport per Tutti – Comitato Territoriale Valle d’Itria, con il patrocinio del Comune di Martina Franca e della Regione Puglia e in collaborazione con i Centro Antiviolenza “Rompiamo il silenzio” e  la libreria Storie in corso. Aderiscono all’iniziativa il Liceo Tito Livio, l’IISS Majorana e l’IISS Da Vinci.

L’evento è ad accesso libero previa prenotazione al numero 3452842994 ed esibizione del Green Pass.

“Quasi abbracciati e mano nella mano, uccisi entrambi da un colpo di pistola alla testa. Furono trovati così, il 31 ottobre 1980, sotto un enorme pino marittimo nella Vigna del Principe a Giarre, i corpi del venticinquenne Giorgio Agatino Giammona e del quindicenne Antonio Galatola, detto Toni. I due erano scomparsi quattordici giorni prima. Subito, nella cittadina del catanese, si inizia a vociferare di doppio suicidio, o di omicidio-suicidio. Per tutti, in paese, le vittime erano i ziti – «i fidanzati» – e Giorgio veniva ormai da tempo additato quale puppu cu bullu: un «frocio patentato», insomma, accusato di aver traviato un giovane innocente. A rendere inaccettabile quella relazione è, in realtà, solo l’orientamento sessuale dei due: a quella stessa società sembra assolutamente normale che una sorella di Toni sia andata via di casa a dodici anni, e a quindici sia già madre. Intanto, mentre i parenti delle vittime si affannano a negarne l’omosessualità, le indagini si infrangono contro un muro di silenzio e i punti da chiarire restano tanti. Com’è possibile che i cadaveri siano stati rinvenuti in una zona battuta, a poche centinaia di metri dalla caserma dei carabinieri? E come conciliare la posizione dei corpi e la traiettoria dei proiettili con l’ipotesi di suicidio-omicidio? Infatti, di lì a pochi giorni, il tredicenne Francesco Messina – nipote di Toni – confessa: i due l’hanno supplicato di ucciderli, e sono arrivati persino a minacciarlo di morte se non li avesse aiutati. Poi, però, il ragazzino ritratta, sostenendo di aver confessato dietro pressione delle forze dell’ordine. Quello che è certo è che Giorgio e Toni sono morti del pregiudizio di una intera comunità nei loro riguardi. La vicenda scosse fortemente l’opinione pubblica, che fu portata per la prima volta a riconoscere l’esistenza dell’effettiva discriminazione verso le persone omosessuali. Come diretta conseguenza nacque il Fuori! di Catania. E, il 9 dicembre 1980, a poco più di un mese dal ritrovamento dei corpi dei due ragazzi fu costituito a Palermo su organizzazione didon Marco Bisceglia il primo nucleo di Arcigay, la più importante associazione LGBT+ italiana”.