MARTINA FRANCA – “Bisogna riscoprire la martinesità e questa è, certamente, l’occasione migliore per poterlo fare”. Con queste parole il sindaco Franco Palazzo ha aperto la conferenza stampa di presentazione della manifestazione che ricorderà il settimo centenario del riconoscimento istituzionale del Casale della Franca Martina a opera del principe di Taranto Filippo I d’Angiò (1294-1331). “Sarà un momento importante per la città, ricco di valori simbolici e tutti i cittadini devono intervenire per ricordare e commemorare quella data storica, il 12 agosto 1310, anno del riconoscimento”. Di spessore, l’intervento dello storico Nico Blasi che ha voluto onorare i presenti con un excursus storico circa la storia della città: “Carlo I d’Angiò – ha esordito Blasi -, primo sovrano del Regno di Sicilia, concesse al figlio diciottenne, Filippo I d’Angiò, il vastissimo Principato di Taranto, autentico stato nello stato. Il potente principe, che aveva ricevuto dal padre l’incarico di riordinare e d’ampliare i possessi angioini in Grecia e in Albania, ritenne necessario disporre sulle colline murgesi importanti vie d’accesso ai suoi domìni. Eminenti motivi di una complessa strategia difensiva indussero, perciò, nei primi anni del Trecento Filippo d’Angiò a ripopolare l’area dell’abbandonato Castrum Martinae, facendovi affluire liberi coloni dai suoi vasti possessi pugliesi, albanesi e greci, concedendo esenzioni fiscali e assegnando loro in proprietà suoli edificatori. Un documento del 1306 attesta già l’esistenza storica del Casale della Franca Martina, ossia di un insediamento privo di strutture di difesa ma costituito da una comunità amministrata da un capitano (giudice) e da un sindaco; un arciprete aveva la cura delle anime. Il 12 agosto 1310 – ha continuato Blasi – il principe Filippo promulgò da Napoli un privilegio, con il quale garantì la demanialità perpetua del casale da lui fondato, affinché nessun feudatario avesse mai potuto limitare le libertà concesse ai martinesi: è questo il primo documento con il quale viene istituzionalmente riconosciuta l’esistenza di Martina come borgo datato e fondato. Filippo d’Angiò, per garantire lo sviluppo della sua fondazione, concesse ai martinesi altri importanti privilegi fra cui l’esenzione dalle tasse. Il processo fondativo di Martina – ha concluso lo storico -, dal 1335 divenuta terra (città fortificata), si concluse il 15 aprile 1359, allorché il principe di Taranto Roberto d’Angiò (1343-1364), figlio di Filippo, assegnò ai martinesi un vastissimo territorio (circa 450 chilometri quadrati), ritagliato dai demani di Taranto, di Monopoli, di Ostuni, di Mottola e di Ceglie Messapica ma in seguito lievemente ridimensionato”. Presente alla conferenza stampa il neo vice sindaco, Marcello Cantore, il comandante della Polizia Municipale, Antonio Cito, che ha annunciato la riapertura del “Presidio Centro Storico” del Comando della Polizia Locale nella Torre Civica, e Giulio Dilonardo responsabile del Teatro Verdi che ospiterà la lectio magistralis di monsignor Cosimo Damiano Fonseca, professore emerito dell’Università di Bari e accademico dei Lincei.
Valeria Semeraro