Si allungano i tempi del passaggio al digitale terrestre. E sono destinati a crescere i conflitti tra le emittenti e tra queste e le autorità istituzionali. Come anticipato venerdì scorso dal Sole Ore, il Piemonte orientale e la Lombardia, più le province di Parma e Piacenza, passeranno al digitale non più a metà settembre, com’era previsto dal calendario messo a punto dalle Comunicazioni, ma dal 25 ottobre al 26 novembre. Dal giorno successivo, il 27 novembre sino al 15 dicembre, nell’ordine, toccherà prima all’Emilia-Romagna, poi al Veneto (incluse Mantova e Pordenone) ed infine al Friuli-Venezia Giulia.
Lo ha deciso ieri il Comitato nazionale Italia digitale (Cnid), presieduto dal viceministro delle comunicazioni, Paolo Romani. Il passaggio al digitale della Liguria è posticipato al primo semestre del 2011: d’altronde la Liguria non poteva passare al digitale prima della Toscana. Chi ha fissato il precedente calendario non poteva non saperlo.
«Questo rinvio consente di trovare una soluzione ai problemi che sono sul tavolo» commenta Maurizio Giunco, presidente della tv locali Frt. Il viceministro Paolo Romani si è impegnato ieri «a garantire la tutela delle emittenti che utilizzeranno frequenze non coordinate con i paesi confinanti – continua Giunco – mentre sulla numerazione dei canali (Lcn) lo spostamento delle date consentirà al ministero di assegnare i numeri ai singoli canali insieme ai titoli abilitativi, evitando di replicare quanto è successo nel Lazio, in Campania e nel Piemonte occidentale». I bandi per l’assegnazione dei numeri da assegnare ai canali sarebbero già in preparazione. Altro punto critico, il Piano delle frequenze approvato dall’Agcom: quello nazionale è stato pubblicato sul sito solo il 28 giugno. Ora si dovranno convocare i tavoli tecnici delle regioni interessate e fare i Piani delle regioni interessate.
«Speriamo che le promesse fatte ieri vengano mantenute – conclude Giunco – altrimenti non resteranno che i ricorsi: c’è stata anche una timida apertura dell’Agcom per l’utilizzo da parte delle emittenti locali di alcune frequenze che sembravano a noi precluse dal Piano». I ricorsi, in ogni caso, non mancheranno. Sulla numerazione automatica, ad esempio: sono più di due le emittenti nazionali che ambiscono ad avere i canali 8 e 9. A fronte di una possibile assegnazione a Mtv e a Deejay Tv (l’ex Rete A del gruppo l’Espresso), ReteCapri è pronta a un duro contenzioso, che sarà centrato sulla “tematicità” delle due reti. I canali tematici, secondo il Regolamento dell’Agcom, non ancora pubblicato sul sito, dovrebbero essere collocate oltre il canale 20. La stessa ReteCapri ha presentato un ricorso straordinario sul Piano nazionale delle frequenze. Il Regolamento dell’Agcom, dovrebbe rimandare, per l’assegnazione delle posizioni alle tv locali, ai punteggi ricevuti dai Corecom per ottenere i finanziamenti regione per regione. Bisognerà poi lasciare liberi, in ciascuna regione, i cinque canali nazionali che andranno assegnati con la procedura pubblica alla quale parteciperà anche Sky.
Il Sole 24 Ore