Riportiamo di seguito una nota stampa della segreteria cittadina del partito dei Comunisti Italiani che interviene in merito alla questione relativa all’assunzione di 18 unità lavorative.
A seguire una nota stampa dell’Udc che interviene in merito alla questione urbanistica cittadina.
Questo lo stralcio della nota dei Comunisti Italiani:
La Giunta Palazzo ha annunciato che il concorso per 18 unità lavorative, bandito e poi sospeso e poi riattivato è stato definitivamente annullato in autotutela.
Noi ci chiediamo: da cosa si autotutela il Comune di Martina Franca? Da se stesso che ha bandito un concorso in maniera irregolare senza rispettare il regolamento comunale? Dal Centro per l’Impiego di Martina Franca che ha curato le selezioni? Da una miriade di ricorsi di aspiranti concorrenti che nonostante avessero tutti i requisiti sono stati dichiarati non idonei e invece sono passati chi aveva le qualifiche fasulle?
La Giunta Palazzo non può limitarsi a comunicare con due righe la decisione di annullare in autotutela il concorso, ma ha l’obbligo morale ancor più che politico di spiegare alla cittadinanza e soprattutto ai partecipanti al concorso cosa non è andato per il verso giusto.
È necessario che ognuno si assuma le proprie responsabilità: che la Giunta Comunale non si nasconda dietro le leggi di autotutela.
Ci troviamo ancora una volta di fronte ad una situazione inammissibile e insostenibile e chiediamo alle forze di opposizione in consiglio comunale, se ancora ce ne sono, di osteggiare in qualunque maniera questo assalto alle istituzioni, facendo sentire la propria voce e facendosi interlocutore per difendere gli interessi legittimi e democratici dei cittadini onesti.
Di seguito, invece, uno stralcio della lunga nota stampa a firma del coordinatore cittadino dell’Udc Vito Pastore che interviene sulla situazione urbanistica locale.
Appena qualche mese fa si è consumato un fatto imperdonabile a danno dell’economia della città.
Infatti, la Regione Puglia, il 30 luglio 2009, ha approvato la legge n.14 ”Misure straordinarie e urgenti a sostegno dell’attività edilizia” che disciplina l’esecuzione di interventi di ampliamento e di demolizione e ricostruzione anche in deroga alle norme degli strumenti urbanistici locali. La stessa legge dava facoltà ai Comuni di assumere deliberazione consiliare al fine di estendere al proprio territorio gli interventi straordinari di ampliamento dandosi autonomamente delle norme di tutela delle aree assoggettate a vincoli di varia natura. Ma, è storia solo di qualche mese fa, questa grossa opportunità per migliaia di persone interessate in un periodo di grave crisi, viene vanificata perché il Comune di Martina non si cura di deliberare nel senso che pure la legge consentiva e non utilizza questa possibilità straordinaria di dare ossigeno a tutto il comparto dell’edilizia e dell’artigianato.
Il Comune di Martina risulta unico Comune che non riesce ad adottare una deliberazione per consentire i lavori che invece sono consentiti in tutti i comuni d’Italia, con un impatto che è valutato in 60 miliardi di euro.
Stessa sorte stanno subendo le provvidenze garantite dalla legge regionale n.12 del 2008 relativa alle “Norme finalizzate ad aumentare l’offerta di edilizia residenziale sociale” che consente di dare risposte concrete alla notevole domanda di abitazioni di tipo economico.
Il Comune di Martina è inadempiente, quindi, nell’adottare provvedimenti tampone, urgenti, che le leggi attuali ti consentono per arginare la crisi economica che stiamo vivendo, ma non si dà una mossa nemmeno per avviare la predisposizione di strumenti urbanistici di pianificazione generale obbligatori, nonostante le diffide dell’Assessorato Regionale all’Urbanistica.
Infatti, dopo che il vecchio piano regolatore ha esaurito tutte le sue potenzialità edificatorie sia di natura abitativa che produttiva, bisogna approvare il nuovo Piano Urbanistico Generale (PUG), altrimenti tutta la città resta ferma e bloccata.
Bisogna concordare con la Provincia il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP), altrimenti subiremo le scelte che farà quella amministrazione per quanto riguarda sia i vincoli della pianificazione urbanistica del nostro territorio e sia i sottostanti Piani di Settore Provinciali quali Sistema dei luoghi della Produzione, facendo giustizia delle tante assenze del Comune di Martina dagli incontri programmati in proposito dalla Provincia.
E serve il Piano per gi Insediamenti Produttivi, perché l’economia martinese è sostanzialmente legata all’attività dell’artigianato e della piccola industri manifatturiera. E serve il Piano di Recupero Urbano.