Parità di opportunità lavorative anche per bar, ristoranti e locali pubblici privi di spazi all’esterno – Lo Stradone

Parità di opportunità lavorative anche per bar, ristoranti e locali pubblici privi di spazi all’esterno

A chiederlo, in una lettera aperta indirizzata al Presidente del Consiglio Mario Draghi, il coordinatore regionale del Movimento “Autonomi e Partite Iva” di Puglia, il dott. Antonio Pepe.

Nonostante siamo tornati in zona gialla già da qualche giornoscrive il coordinatore regionale di Api Pugliaritengo che ancora le disparità, quando si tratta di opportunità concesse alle attività commerciali in questa fase di riapertura, siano tantissime. Basti pensare ai ristoranti che hanno sale immense ma che non hanno spazi all’esterno e che purtroppo, per questo motivo, restano chiusi. Immaginiamo i bar che non hanno la possibilità di poter attivare all’esterno degli spazi per poter consentire alla gente di degustare una tazzina di caffè o prendere un aperitivo. Esercenti che ad oggi purtroppo restano fuori dal mercato con tutte le enormi, insostenibili difficoltà, a partire dai costi fissi sostenuti per mantenere le proprie attività.

A mio parere, quindicontinua il dott. Pepeoccorre subito intervenire. Il governo deve adottare un provvedimento di urgenza con regole precise affinché i ristoranti che non hanno spazio esterno possano utilizzare le sale interne anche con accessi ridotti purché possano lavorare, garantendo loro parità di condizioni rispetto a chi oggi può offrire spazi all’esterno ai propri clienti e lavorare. Stessa cosa per i bar: occorre regolamentare l’accesso e il tempo per prendere una tazzina di caffè comodamente al tavolo. E questo senza utilizzare le tazzine monouso che a volte risultano anche antigieniche e senza costringere gli stessi clienti ad uscire fuori dal locale per bere il proprio caffè esponendoli al rischio di restare anche solo per qualche attimo senza mascherina a contatto con altri.

Chiedo un immediato intervento del governo facendomi portavoce anche delle tante associazioni di categoria affinché si possa finalmente ristabilire la parità all’interno di questi settori commerciali fortemente penalizzati. È umanamente inaccettabile – conclude Pepe – che, qualora dovesse perdurare la zona gialla, queste categorie restino fuori dal mercato rischiando il fallimento, con tutte le conseguenze disastrose che ne possono derivare per un elevatissimo numero di esercenti, per le loro famiglie e, quindi, per una considerevole rappresentanza del comparto economico nazionale“.