L’ultima porcheria
Spesso capita di doversi lamentare per i disservizi e le scelte compiute da persone elette e che dovrebbero prodigarsi per migliorare la situazione del territorio.
Far sentire la personale disapprovazione è un diritto che va esercitato, proprio in virtù del fatto che ogni buon cittadino deve contribuire al miglioramento della propria città. Ma chi è in diritto di lamentarsi? Sicuramente non chi decide di utilizzare la città come una discarica. Il caso in questione non è quello del cittadino di turno che getta via il gratta e vinci per terra, o il pacchetto di sigarette vuoto nelle aiuole, o di chi non effettua ancora la raccolta differenziata in casa. La situazione è molto più complessa perché si parla di abbandono di rifiuti pericolosi in città. Nella fattispecie si sono rinvenuti rifiuti quali cofani di auto, paraurti, una cucina, bidoni in metallo, siringhe usate, condom, riviste pubblicitarie ancora imballate, fialette di soluzioni per iniezioni, sacchetti di immondizia distrutti e sparsi, amianto, scarti di costruzione, e ancora carta, plastica, vetro, bombolette di vernice spray.
Il luogo in questione si trova nei pressi del supermercato Eurospar, proprio al termine di Viale Europa, più comunemente conosciuto come boschetto di San Michele.
È un suolo privato caratterizzato da una fitta vegetazione che si estende fino a ridosso della circonvallazione ed è per un breve tratto costeggiato da un tratto della storica via Appia, ormai ridotta ad un cumulo di rifiuti di potatura. Trascurando che chi accede a questo suolo viola la legge in quanto fa un uso non autorizzato di una proprietà privata e trascurando che l’accumulo di queste sostanze risulta pericoloso per la salute del cittadino e del bosco, è innegabile che un simile comportamento derivi da una mancanza totale di rispetto della propria città. È imputabile il fatto che gli stessi proprietari non provvedano a recintare e pulire il proprio patrimonio immobiliare, ma questo non autorizza nessuno a comportarsi in maniera completamente incivile. Nessuno nega al cittadino di assumere un comportamento ritenuto personalmente corretto, entro i termini di legge, ma lo smaltimento di determinati rifiuti andrebbe fatto con alcuni criteri previsti per legge. Ma se per determinati rifiuti ci sono delle spese da sostenere per smaltirli, per altri basterebbe porli semplicemente negli appositi contenitori che, paradossalmente, sono ubicati a meno di cento metri. Quindi appare evidente come questo comportamento, che si perpetra da anni, faccia capo ad una specifica volontà di liberarsi in maniera inappropriata dei rifiuti prodotti. L’invito che viene proposto al cittadino è, ora più che mai, ad assumere una condotta rispettosa del prossimo, della propria città e, non da ultimo, dell’ambiente, per poter far sentire la propria voce senza il timore di avere una coscienza civile sporca. La speranza è di non vedere più a Martina Franca realtà così degradate e immorali che descrivono il Martinese come un inetto che non sa apprezzare, riconoscere e valorizzare la bellezza della propria città.
Nella sezione GALLERIA FOTO all’interno della sezione IL BRUTTO DI MARTINA FRANCA trovate alcune foto scattate qualche giorno fa.
Giacomo Turnone