Turismo a Natale: il crollo è totale sia nelle località turistiche che nelle città – Lo Stradone

Turismo a Natale: il crollo è totale sia nelle località turistiche che nelle città

È un lockdown da incubo: il crollo è totale sia nelle località turistiche che nelle città.

Sei giorni fermi a casa, e quattro liberi di muoversi, ma solo nel proprio comune. Dieci giorni, i più importanti, sui quattordici delle festività natalizie, completamente persi. Il turismo resta il grande sconfitto del Decreto Natale.

In un anno senza Covid tra Natale e l’Epifania si sarebbero messi in viaggio 18 milioni di Italiani; il calo delle presenze a Natale/Befana 2020 se va bene sarà del 90%. A snocciolare le cifre è il numero uno di Federalberghi, Barnabò Bocca, secondo il quale le misure di contenimento varate dal Consiglio dei Ministri rappresentano una beffa per quegli imprenditori che si erano attrezzati per tenere aperte le strutture, malgrado le tante regole e limitazioni.

A livello provinciale Confcommercio ha voluto fare una propria verifica tra le imprese associate e da una veloce sondaggio tra le due categorie del settore ricettivo (alberghiero ed extra alberghiero) è emerso che per il periodo di dicembre una buona parte delle strutture alberghiere della provincia ha optato per la chiusura. Si è continuato a lavorare con la clientela business e soprattutto con i trasfertisti negli alberghi del capoluogo, e nelle strutture extra alberghiere anche in provincia; ma già a partire dalla settimana di Natale il crollo è stato pressoché totale e sino alla settimana della Befana non vi sono che pochissime prenotazioni.

“Dopo il lockdown di Pasqua ed una estate strappata – commenta Cosimo Miola, presidente dell’Extra alberghiero di Confcommercio- questa ulteriore batosta ci fa chiudere il 2020 con l’amaro in bocca. Siamo due volte penalizzati: dalle misure anticontagio che, vietando gli spostamenti, fermano il turismo e dalla discriminazione attuata nei nostri confronti. I decreti ristori immediati sono infatti destinati solo a bar e ristoranti e lasciano fuori tutto il ricettivo e le varie attività e servizi del turismo collegati. Un vero disastro, un anno da incubo” .