Dal palco del congresso dei Circoli del Buongoverno il ministro, davanti ad una platea trepidante, lancia delle precise stilettate. Non solo. Nella stessa assemblea, Brunetta difende anche il rinnovo del contratto nel settore avvenuto senza la Cgil e, sulla mobilitazione del sindacato di Epifani, sottolinea: «Se dovessi misurare l’impatto della Cgil nello sciopero del pubblico impiego questo è del 7-14%, ovvero un 7-14% di iscritti alla Cgil che hanno protestato contro il contratto. In una democrazia bisogna tener conto anche di loro, ma il 7-14% mi sembra ben lontano dal 51% e quindi si va avanti». Incontenibile, sicuro e determinato Brunetta vuole scavare nei «depositi nascosti di potenzialità» della macchina pubblica, per aumentare del 30-40% la produttività. Un volano straordinario per l’Italia, come lo chiama il ministro, che deve essere messo in moto.
All’ex ministro Franco Bassanini che ha criticato i tagli, Brunetta replica secco: «Lui adesso è impegnato a studiare da banchiere e forse non ha letto bene le mie cose. Io, non voglio tagliare, ma aumentare i beni e i servizi. Io voglio più scuola, più salute, più efficienza della magistratura, più sicurezza: è questo il mio riformismo». La «cura Brunetta» sta trovando opposizioni che, però, non smuovono il ministro. «Non tutto poteva andare bene – sottolinea Brunetta – perché ho toccato i santuari della sinistra. Questo non poteva non turbare i sogni dei fannulloni. Ma il Paese è con me, ma un pezzo no e me ne sono fatto una ragione. Non è con me il Paese delle rendite e dei poteri forti e quello dei fannulloni che spesso stanno a sinistra».
Parole subito registrate dal segretario della Cgil Guglielmo Epifani che, replica a stretto giro di posta. «I fannulloni sono di sinistra? Ci dia una prova di quello che dice, perché se non ha prove di quello che afferma è un bugiardo». Ma Brunetta non si ferma, anzi rincara la dose: «Quanto nervosismo sui fannulloni a sinistra! È bastata una frase e “apriti cielo”. Ribadiamo che se i fannulloni non sono nè di destra nè di sinistra, certamente i loro difensori si trovano nella sinistra sindacale più o meno estrema. E questa anche oggi non ha perso occasione per segnalarsi».
Giancarla Rondinelli
Fonte: Il Tempo