L’appuntamento annuale con la Giornata mondiale contro la violenza alle donne assume quest’anno una valenza ancora più fosca e drammatica. Il lockdown si è abbattuto sulla vita di molte donne con un effetto devastante sotto vari punti di vista.
La violenza che si consuma nel silenzio delle case ha bisogno di essere raccontata perché possa finalmente affermarsi la libertà delle donne, la condanna di ogni forma di sopraffazione, la diffusione di una cultura del rispetto, contro ogni forma di barbarie
Per parlare di tutto questo il Comitato di Crispiano “In marcia contro la violenza sulle donne” costituito da un nutrito cartello di associazioni del territorio (Arci, SPI CGIL, Il futuro è di tutti, Idee in Movimento, Circo Laboratorio Nomade, Ascolto & Aiuto, Dimensione Danza, Accademia Puccini, Dance4 Life, Rainbow Volley), con il Centro Antiviolenza “Rompiamo il silenzio” dell’Associazione Sud Est Donne e l’Assessorato ai servizi Sociali del Comune di Crispiano, organizza per il 25 novembre 2020 alle ore 18,30, una video conferenza in diretta facebook dal tema “Il lockdown delle donne”, dalla pagina del Centro antiviolenza Rompiamo il silenzio.
L’argomento sarà affrontato dal punto di vista giuridico/legale dall’Avvocata Filomena Zaccaria dell’associazione SudEstdonne; dell’attività preventiva e repressiva parlerà Vanessa Rosati, funzionaria della Polizia di Stato e invece, Antonella Càndito, segretaria Spi-Cgil di Taranto, tratterà della violenza contro le donne anziane, un fenomeno silente, ma diffuso che si consuma nell’indifferenza e nella solitudine.
Insieme, dunque, per riflettere sulla nuova ondata (non solo pandemica da covid) di radicamento negli stereotipi e pregiudizi di genere, aprendo anche uno squarcio sulla violenza alle donne anziane.
Insieme, per interrogarci sulle misure da mettere in atto per contenere l’ondata di orrore che ancora riempie le pagine dei nostri giornali di fronte all’iterarsi di fenomeni di femminicidio per capire con quali “vaccini” guarire questo virus che avvelena la vita di tante, troppe vittime.