Il settore del wedding ‘made in Puglia’ stenta a ripartire, malgrado l’ordinanza regionale dal 15 giugno scorso, abbia dato il via libera alle cerimonie.
Molti dei matrimoni programmati per la primavera/estate sono slittati al 2021, nonostante le linee guida, emesse dalla Regione Puglia, non strettamente vincolanti, ma comunque ritenute non compatibili per una tipologia di evento dove prevalgono gli abbracci.
Distanziamento, mascherine e timore che una nuova chiusura possa nuovamente bloccare tutto continuano a rallentare il settore anche in questi ultimi mesi della fase tre post-covid .
Le cerimonie programmate dal 2019 per l’estate in corso, sono state annullate ormai già da mesi, nonostante l’ordinanza 259 della Regione abbia provveduto ad emanare linee guida che rendono sicuri gli eventi.
In questi giorni la Regione nel tentativo di dare una spinta alla filiera del matrimonio ha emanato una misura ‘Puglia Wedding Travel Industry’: un bonus di 1500 euro per chi si sposa nel 2020. Il voucher ha valore retroattivo e può essere utilizzato come sconto sui costi della festa. A chiederlo sono gli sposi, ma è a favore delle sale ricevimenti e delle imprese del settore.
Un segnale – commenta la costituenda categoria WeddingConfcommercioTaranto di ‘incoraggiamento’ – modesto rispetto alla difficile situazione del settore. Appena 30 mila euro, è l’importo della intera misura valevole per tutta la Puglia. Come dire, conti alla mano che possono beneficarne appena 20 sposi.
Una cifra davvero simbolica che non serve a dare l’auspicata spinta ad un settore economico che genera un indotto non solo turistico, ma anche commerciale importante e che coinvolge dai wedding planner ed organizzatori di eventi, alle sale da cerimonia e servizi catering, agenzie immobiliari specializzate in location esclusive, hotel e agenzie viaggi, studi fotografici, servizi noleggio auto, atelier, hairstylist, makeup artist, oggettistica ed articoli da regalo, fioristi, servizi audio/video, luci e tant’altro ancora. Sarebbe auspicabile che la Regione – commentano gli operatori- destinasse al settore aiuti più consistenti, considerato che l’80 % del fatturato del 2020 è andato perso.