Il calcio martinese punta sui giovani – Lo Stradone

Il calcio martinese punta sui giovani

Il Martina punta sui giovani. La linea politica della società capitanata da Donato A. Muschio Schiavone mira a costruire un vivaio prolifico di talenti che possa fungere da serbatoio per la prima squadra. Nel corso della cena di ringraziamento alla quale hanno preso parte l’amministratore delegato Nino Petrosino e il vicepresidente Maurizio Notaristefani, si sono gettate le basi per potenziare ulteriormente il settore giovanile. Al riguardo, abbiamo ascoltato Michele Marangi, attuale responsabile della Juniores della Gioventù Martina.

Michele, i giovani sono il futuro delle società di calcio. Chi meglio di te può saperlo…

“Beh, indubbiamente una squadra ambiziosa e competitiva deve assolutamente dotarsi di un ottimo settore giovanile che lavori con costanza ed impegno. Questa società (mi riferisco al Martina) ha più volte espresso la volontà di coltivare talenti di casa nostra ( e ce ne sono tanti), con l’obiettivo di far emergere sempre più ragazzi. Credo che nella nostra città ci siano tutti i presupposti per intraprendere seriamente questo tipo di discorso”.

La Juniores del Martina ha vinto anche quest’anno il suo campionato, questo significa che a Martina si lavora molto bene a livello di settore giovanile…

“Sono anni che la Juniores del Martina consegue risultati importanti e anche quest’anno il gruppo allenato da Mimmo Recchia ha ben figurato dimostrando di possedere giocatori di indiscussa qualità, alcuni dei quali sono anche entrati nel circuito della prima squadra (vedi Siliberto). Ma non concentrerei l’attenzione solamente sulla Juniores. Tutte le scuole calcio martinesi, infatti, hanno dato dimostrazione di meritare grande considerazione: la Red Boys, si è piazzata prima (sia pur in coabitazione con un’altra squadra), con i giovanissimi nel campionato regionale, mentre gli allievi hanno vinto con grande merito il loro girone regionale e adesso stanno disputando le fasi finali con l’opportunità di conseguire il titolo di campione regionale. Sicuramente parlano i risultati. Ma ci sono molte altre società giovanili martinesi come l’Asd Cristo Re che ha vinto il campionato provinciale con i giovanissimi di Giuseppe Schiavone, la scuola calcio San Paolo e gli Ignis Ardens che hanno fatto altrettanto bene e che quindi possono contribuire a creare un vivaio giovanile di grande qualità”.

Quindi, come intende procedere il Martina?

“Parlando con gli esponenti della società, c’è la ferrea volontà di costruire una Juniores competitiva piuttosto giovane, composta prevalentemente da ragazzi classe 93’. Non a caso già lunedì si è svolto il primo raduno al Pergolo al quale hanno partecipato, come ho detto poco fa, tutte le scuole calcio martinesi con l’intento di selezionare ed individuare giovani interessanti sul quale lavorare. Questi raduni continueranno anche nelle prossime settimane.

A Martina ci sono valide società, bravi allenatori e giovani davvero interessanti. Peccato, però, che nonostante i risultati importanti conseguiti, molti ragazzi si siano persi per strada. Come mai?

“La tua analisi è corretta. Non sempre in passato si è privilegiato o si è lavorato per far crescere i nostri ragazzi, ma credo che anche che dal passato si possa imparare per non commettere più determinati errori. Questa società ha grande ambizione e idee molto chiare. Pertanto, ha subito compreso la necessità di costruire un vivaio importante che possa aiutare a tornare nel più breve tempo possibile nel calcio che conta soprattutto valorizzando le giovani promesse che abbiamo in “casa”. Ciò consentirebbe anche di ridurre le spese, senza l’assillo di dover necessariamente “pescare” da fuori.

Altre proposte?

“Oltre all’allestimento di una forte Juniores, penso che il Martina debba puntare anche a costruire una squadra di allievi. Ciò favorirebbe la crescita dei ragazzi nello stesso vivaio”.

Progetti davvero interessanti, sono tutte rose e fiori o bisogna anche fare i conti con qualche limite?

“Penso che gli unici ostacoli siano da attribuire alla mancanza di strutture. Il campo del Pergolo è l’unica risorsa disponibile, troppo ristretta per far fronte alle varie necessità logistiche (allenamenti, partite) di tutte le società coinvolte nel progetto”.