Da Upward arriva una proposta sulle misure straordinarie per i dehors di ristoranti e attività commerciali – Lo Stradone

Da Upward arriva una proposta sulle misure straordinarie per i dehors di ristoranti e attività commerciali

Viviamo giorni di grandi paure e difficoltà, si sta procedendo ad un’apertura molto graduale che guarda preoccupata la curva dei contagi.

L’unica certezza che abbiamo è che i giorni che seguiranno saranno dal punto di vista economico ancora peggiori.

I contorni sono nitidi. L’immagine che ne viene fuori è inquietante: il nostro tessuto produttivo si basa su microimprese che se non aiutate non riusciranno a superare questa fase.

Da Upward arriva l’appello affinché tutte le amministrazioni comunali, compresa quella di Martina Franca, seguano l’esempio di Milano e Bari, rivedendo e prevedendo misure straordinarie per i regolamenti dehors di ristoranti e attività commerciali.

Maria Trivisano spiega infatti che “bar e ristoranti potranno convivere con l’epidemia garantendo maggiori spazi sul marciapiede, ora che i comuni in questione permetteranno l’uso gratuito del suolo pubblico.

Città come Bari e Milano si stanno preparando con mascherine e distanze per provare a salvare almeno in parte questa stagione”.

Si tratta senz’altro di piccoli strumenti che possono dare una parziale risposta alla terribile crisi dovuta al contagio e che, potranno probabilmente disegnare una città nuova per il futuro, risultando senz’altro transitorie ma, magari, non necessariamente temporanee e a scadenza.

Upward propone un provvedimento che innanzitutto sospenda le tasse di occupazione di suolo pubblico per tutto il 2020 e poi, soprattutto, pur considerate le norme vigenti sull’incolumità pubblica, liberi moltissimo le autorizzazioni sospendendo tante altre norme.

Un ristorante dovrebbe decisamente potersi ‘allargare’ con i tavolini.

Dobbiamo seguire l’esempio di Milano e di Bari dove ora si potranno togliere i posti auto, si potranno posizionare tavoli, sedie e ombrelloni anche lateralmente (se gli altri esercizi circostanti saranno d’accordo) si potranno posizionare realizzando piccole aree pedonali oppure in aree verdi circostanti.

Una vera rivoluzione, autentica adesione a quello che potremo chiamare modello-Vilnius (Lituania) di trasformazione temporanea della città in città salotto per consentire fuori quello che è rischioso fare dentro.

Abbiamo paura” spiega Francesco Caroli segretario di Upward “che molti ristoranti decideranno che con pochi tavolini non conviene aprire e si dedicheranno solo all’asporto, o peggio ancora siano costretti a chiudere definitivamente; vogliamo evitare che succeda questo. Mettiamo un tavolino in più e poi, solo dopo, lavoriamo sulle criticità”.

E in effetti una Martina trasformata in una distesa di dark kitchen (seppure speriamo temporanee) non è il massimo della prospettiva onestamente. “Quello che vorremmo fosse fatto a Martina” ha aggiunto Caroli “lo stanno facendo tutte le città del mondo”.

Anche a Genova il sindaco ha ipotizzato di creare vere e proprie isole gastronomiche dislocate nel tessuto urbano, per garantire tavoli all’aperto a bar e ristoranti della città.

Vedremo se questa tendenza a concedere maggiori spazi al mangiare all’aperto (ci auspichiamo in cambio, da parte dei ristoratori, di una collaborazione sul decoro urbano in prospettiva, perché sia ben chiaro ognuno deve fare la sua parte!) ed a garantire maggiore velocità burocratica, sarà poi confermata ad emergenza finita diventando uno standard.

“Bisogna accompagnare, è evidente, questi settori in fase di ripartenza non solo attraverso lo sgravio della tassazione del suolo pubblico, ma anche liberandoli, epurandoli, dai forti vincoli burocratici che, in situazione ordinaria, limitano l’iniziativa imprenditoriale”, prosegue Maria Trivisano.

È necessario uno snellimento delle pratiche che ci si augura non ritorni alla ‘normalità’ una volta finita l’emergenza sanitaria questo da un lato sosterebbe le attività in difficoltà, dall’altro migliorerebbe la qualità dello spazio pubblico nei quartieri offrendo servizi ai cittadini.

Continua Caroli “Come possiamo osservare dalla Cina, già in fase 3, il vero dramma dei prossimi mesi sarà quello della disoccupazione.

 La salvaguardia del tessuto produttivo deve essere la priorità in questa fase per chi amministra. Interventi a pioggia, che si dissolvono nel nulla di pochi giorni non vanno in questo senso e seppur fornendo lieve sollievo momentaneo, non forniscono al sistema strumenti per riprendersi concretamente.

Per questo, nell’attesa di studiare e progettare le città del futuro, ribadiamo l’importanza di misure straordinarie, seppur temporanee, che vadano a vantaggio di chi produce lavoro”.

Privilegiare dehors all’aperto per contenere i rischi di contagio, con l’opportunità di favorire un diverso utilizzo del suolo pubblico può essere la giusta strada da perseguire.