Attenzione, perché quello che avete in mano è uno strumento pericoloso. Non serve soltanto a telefonare, ma è capace di connettervi con il mondo, di farvi conoscere tante cose, ma anche di prendervi in giro e di farvi cascare nella trappola delle fake news. Sono piene di notizie false le nostre chat e i nostri social network, lo sono sempre state, e lo sono ancora di più in queste settimane.
Fino a ieri i nostri medici e infermieri erano gente da maltrattare nei pronto soccorso; gli uomini delle forze dell’ordine gente da evitare; gli autisti di mezzi pubblici persone da prendere a pugni se ci chiedono il biglietto; i camionisti invece ubriaconi da scansare. Per non parlare di noi giornalisti, ciarlatani a cui spaccare il microfono in testa, gente di cui non abbiamo bisogno perché oggi il diritto di essere informati è soddisfatto dai social.
Niente di più sbagliato.
Queste sono solo alcune delle categorie professionali di cui, proprio in questi giorni invece, si comprende quanto sia prezioso il loro lavoro, quanto sia importante il ruolo sociale di tutte le professioni. È una delle lezioni che ci porteremo dietro. Nessuno mai si era sognato fino a ieri di dire grazie a un operatore ecologico per il suo lavoro quotidiano, nessuna pietà per la cassiera del supermercato che il fine settimana vorrebbe restare a casa con la sua famiglia, nessuna mancia per chi ci porta la pizza fumante a casa quando fuori piove.
Oggi si comprende anche che l’informazione, quella di qualità, quella che ogni giorno noi giornalisti confezioniamo, è un prodotto prezioso, un diritto irrinunciabile che merita sostegno e rispetto, esattamente come quei medici, infermieri, poliziotti, carabinieri, camionisti, allevatori, agricoltori, netturbini…
E voi che lavoro fate? Qualunque sia anche il vostro lavoro merita rispetto! Oggi forse lo stiamo capendo. Tutti.
Ottavio Cristofaro