Affluenza in netto calo alle elezioni regionali rispetto al voto di cinque anni fa. Alle 22 hanno votato il 47,08 per cento degli aventi diritto contro il 55,96 di cinque anni fa. In calo anche i dati per le provinciali, soprattutto a L’Aquila (quasi il 12 per cento in meno), ma anche a Caserta e Viterbo (rispettivamente -7,4 e -11,2), mentre è in aumento a Imperia (+3,1). Nelle Comunali si conferma il calo generalizzato, con l’eccezione di Lecco dove si registra un +3 per cento.
Il calo nelle regioni “sensibili”. Flessioni significative si sono registrate nelle regioni “sensibili”, quelle in bilico come Piemonte, Lazio, Puglia e Liguria, dove il risultato potrebbe – stando ai sondaggi – virare da una parte o dall’altra. I dati parlano, per il Piemonte, di un 8,2 per cento in meno; l’affluenza in Liguria cala del 9 per cento, nel Lazio si registra un tracollo con il 12,4% per cento in meno. Leggermente migliore il dato dell’affluenza in Puglia, con il 43,7 per cento di elettori alle urne contro il 53,3 di cinque anni fa. In Campania, altra regione in dubbio, il calo è leggermente più contenuto: quasi 6 punti in meno.
La netta flessione, alla chiusura dei seggi dopo il primo giorno di voto, è comunque generalizzata: in Basilicata il calo è di 5,5 punti, in Veneto di 7 punti, di 9,3 in Lombardia, e tra il 9 e l’11 per cento nelle regioni ‘rosse’ Emilia Romagna, Marche, Umbria e Toscana. In Calabria il dato risulta in calo di quasi il 7%.
La grande incognita. I dati confermano che è alta la possibilità di un aumento dell’astensione. I sondaggi, finora, non sono ottimisti: parlano di un milione e – nella più nera delle previsioni – addirittura di due milioni di votanti in meno. Sono gli stessi sondaggi a rilevare, poi, che sarebbe soprattutto il Pdl al Sud ad essere maggiormente penalizzato dall’astensione, mentre – al Nord – sarebbe la Lega a trarre vantaggio dal diffuso malcontento.
Il voto dei candidati. La candidata del centrosinistra alla presidenza della Regione Lazio ha votato poco minuti dopo le undici nella scuola media ‘Virgilio’, di via Giulia, nel centro di Roma. Emma Bonino, che abita a Trastevere, è arrivata al seggio a piedi, da sola. Indosso la stessa giacca rosa shocking con la quale appare nei manifesti elettorali. La leader Radicale è stata accolta dagli applausi nei corridoi della scuola e molti hanno voluto fotografarsi con lei. Al momento di votare, rivolgendosi ai fotografi, ha detto: “E’ la mia trentesima campagna elettorale, ma non vi ho mai visti qui”.
Renata Polverini, jeans e camicia bianca, è arrivata a piedi al seggio elettorale a San Saba. “Pensa se ora non c’e’ il nome”, ha detto scherzando con gli scrutatori del seggio, nella scuola elementare “Franchetti” in piazza Gian Lorenzo Bernini. A chi le faceva gli auguri ha risposto con una battuta: “Di Pasqua?”. “Sono emozionata”, ha ammesso.
Il voto dei leader:Berlusconi. Un mini-comizio al seggio del presidente del Consiglio, che è arrivato alle 11.45 al seggio elettorale numero 502 per votare nella scuola media Dante Alighieri, via Scrosati, a Milano. Al termine delle operazioni di voto, dopo le foto rituali di un numero cospicuo di fotografi e cameramen di varie televisioni, il capo del Governo ha detto: “Se molliamo ci troviamo Di Pietro. Non bisogna mollare. Il clima è preoccupante ed è quello che è stato creato da una campagna elettorale che tutti sanno come si è sviluppata e quali argomenti siano stati messi in campo”, ha detto lasciando il seggioin riferimento agli episodi che hanno caratterizzato le ultime due giornate di campagna elettorale, in particolare il pacco bomba destinato alla Lega.
Bersani. Il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, ha invece votato alla 11 a Piacenza. Assieme alla moglie Daniela e alla figlia più grande Elisa, 25 anni (l’altra, Margherita, ha ancora solo 17 anni) ha raggiunto a piedi il seggio della Scuola primaria Pezzani, che dista qualche centinaio di metri da casa sua e dove vota da molti anni. Sorridente e rilassato, ai giornalisti che gli hanno chiesto se ha dormito bene, visto che questa è la sua prima partita “in panchina” da “allenatore del Pd”, Bersani ha risposto: “Ho dormito benissimo e ne avevo proprio bisogno, ho la coscienza a posto, abbiamo fatto tutto quello che potevamo. Poteva essere migliore se, come in tutti i Paesi del mondo, ci fosse stata la possibilità di un confronto diretto tra i contendenti”.
Di Pietro. “E’ una scelta di campo quella che gli elettori devono fare: tra chi difende tutti i giorni la Costituzione, come l’Italia dei Valori, e chi viola regolarmente le leggi e la democrazia. In questo momento c’è bisogno di contrastare questa deriva antidemocratica rappresentata da Silvio Berlusconi e dalla sua corte”. Lo ha detto Antonio Di Pietro, leader dell’Italia dei Valori, lasciando il seggio della scuola elementare di Curno, dove stamattina ha votato.
Fonte: La Repubblica