“La normativa sui saldi va rivista”. La relazione è evidente, i saldi invernali non stanno andando come sperato: dopo i primi tre giorni di affluenza si è registrato un progressivo calo di interesse da parte dei consumatori. Una delle ragioni va ricercata, commenta il presidente provinciale di Federmoda, Mario Raffo, nella eccessiva vicinanza alle festività natalizie.
Il bilancio dunque alla seconda settimana di avvio dei saldi invernali non è soddisfacente, conferma il presidente Raffo dopo un monitoraggio a campione tra varie tipologie di attività del settore moda, abbigliamento sportivo e calzature a Taranto e in provincia. Dopo una partenza incoraggiante nel primo week end si è registrato una frenata che ha riportato le vendite ai flussi prenatalizi, nonostante i prezzi siano stati ulteriormente ribassati. Si registra un calo rispetto ai saldi invernali dello scorso anno tra il 15 ed il 20%.
Il movimento c’è, ma spesso si traduce in un passeggio tra le strade dei negozi, o nell’acquisto di piccole cose; è innegabile che per tante famiglie tarantine le difficoltà economiche rendano difficile l’acquisto di un capo importante ed è altresì vero che la vicinanza con le spese per le festività natalizie e per i regali riduce i budget di spesa disponibili.
Quest’anno poi si è registrata una nuova tendenza – fanno sapere alcuni titolari di negozi anche importanti- vi è stato infatti chi ha preferito mettere sotto l’albero di Natale un buono spesa che naturalmente è stato consumato in occasione dei saldi.
“Pertanto il capospalla, il maglioncino di lana cachemire o la scarpa tecnica che – commenta Raffo – prima venivano donati a Natale, ora vengono acquistato a saldo già alla Befana. Ecco perché noi chiediamo che la partenza dei saldi venga spostata a febbraio, altrimenti tra: black Friday, prolungamento degli sconti a novembre, promozioni pre- natalizie (anche vietate dalla legge nel mese di dicembre) e buoni sconto, anche i saldi perdono attrattiva.”
E a proposito di vendite promozionali, anche quest’anno si è constatato che i franchising e i punti vendita direzionali dei brand nazionali – molti dei quali presenti nei centri commerciali- hanno rifornito i punti vendita con merce in promozione prenatalizia, disattendendo così il regolamento regionale del 2016 che vieta le vendite promozionali nel mese di dicembre, nei 15 giorni precedenti i saldi.
Il tutto avviene alla luce del sole, se non addirittura ampiamente supportato da campagne di comunicazione, ma a quanto sembra il rischio è calcolato e la sanzione, se dovesse arrivare il controllo, è ben poca cosa a fronte di un lauto incasso.