Non ho mai utilizzato questo strumento di informazione per scopi personali, perché credo che l’informazione debba avere una rilevanza sociale. I fatti personali, si risolvono nelle sedi appropriate, un giornale non lo è.
Ho sempre dato spazio ai protagonisti, e mai chinato la testa, mettendo il diritto/dovere di cronaca sempre al primo posto, perché credo debba essere sempre così, altrimenti, se così non fosse, sarebbe meglio cambiare mestiere. Preciso subito, che questo non è un articolo di cronaca, non sarebbe giornalistico per le ragioni sopra scritte, ma credo che al lettore possa essere utile capire quanto accaduto per valutare l’attendibilità e l’autorevolezza delle parole che ogni giorno vengono lette sui giornali di questa città.
Il mio articolo pubblicato sul Puglia Press di ieri e riportato integralmente anche su questo portale, non è piaciuto a qualcuno, a più di qualcuno, amministratori e politici compresi. Personalmente questo mi interessa poco, perché non ho mai scritto per compiacere nessuno, ho soltanto ritenuto degno di nota una dichiarazione di un esponente politico, scelto ed eletto con i voti dei cittadini, che qualcosa ha voluto dirmi, ed io in quanto cronista, ho ritenuto opportuno pubblicare. Il dovere di cronaca e il diritto del lettore di essere informati vengono sempre al primo posto, almeno per quello che mi riguarda. Io faccio il giornalista non il giudice, e non spetta a me valutare l’attendibilità dell’intervistato, specie se si tratta di un virgolettato (come in questo caso), perché se così fosse, cari lettori, non dovrei mai più riportare le parole di alcun amministratore di questa città disastrata.
I giornali hanno ragione di esistere in quanto imprese che hanno necessità di fare utili, ma credo debba esistere una misura in tutte le cose.
Io faccio il giornalista e, citando Mentana, capisco bene le logiche di un giornale, ma ad un certo punto bisogna dire basta, in fondo la deontologia professionale a qualcosa dovrà pur servire.
Sono certo di non aver falsato la realtà, e per questo ho deciso di pubblicare quelle parole, così come ho sempre fatto, nonostante questa non fosse la prima volta che il mio modo di intendere la professione giornalistica avesse una diversità di vedute con quello del mio giornale, così come qualche settimana fa, quando criticai la presenza di bandierine elettorali dietro la porta della redazione.
Ha ragione il direttore Antonio Rubino, quando dice che le motivazioni della sua scelta vanno ricercate in un “differente modo di fare giornalismo”, sono state queste infatti le mie parole al termine dell’incontro risolutivo della mia collaborazione con il Puglia Press.
Mi sarebbe piaciuto tenermi per me queste considerazioni, e non dare spiegazioni ad alcuno, perché certo che questa roba riguarda i rapporti personali tra le persone e non è motivo di cronaca, ma le parole nei miei confronti pubblicate sul Puglia Press di oggi sono molto dure poiché viene messa in discussione anche la mia “buona fede” e quindi la mia professionalità, che fino ad ora ritengo di avere sempre messo sopra di tutto. In altre parole il mio allontanamento dal giornale non è una notizia in senso giornalistico, nessun imprenditore rende pubbliche le sue scelte aziendali, neppure altri giornali diretti concorrenti lo fanno.
È vero, questa potrebbe diventare anche una notizia, ma soltanto per quei lettori che quotidianamente seguono i giornali e la cronaca di questa città.
Resta la profonda amicizia che dal primo momento mi lega ad Antonio e a sua moglie Raffaella Spina che tanto fece per portarmi al giornale, ma l’aspetto umano e quello professionale sono cose diverse.
Vi prego di scusarci per il disturbo..
Ottavio Cristofaro