Dopo un incontro con le organizzazioni sindacali locali, il consigliere regionale uscente Donato Pentassuglia ha incontrato direttamente i lavoratori auto-ferro-tranvieri delle Ferrrovie Sud-Est, dove ha ribadito che “Il grido di allarme lanciato dalla Cisl e dalla Federazione Trasporti Cisl di Taranto, concernente l’ennesima penalizzazione della provincia ionica, da parte di Trenitalia Cargo, deve essere raccolto e rilanciato da tutte le forze politiche e dalle istituzioni regionali pugliesi”. “L’azzeramento dell’Impianto Primario Cargo del capoluogo ionico con il passaggio di competenze a quello analogo di Bari, è francamente inaccettabile e non rispondente al alcuna logica aggiuntiva di efficacia ed efficienza”, ha commentato Pentassuglia, spiegando che si tratta di un servizio fino ad oggi compiutamente funzionale al traffico merci dell’area sub-regionale pugliese – Taranto, Brindisi, Lecce – e di parte della vicina Regione Basilicata. “Auspico, sulla questione, una disponibilità bipartisan per un asse istituzionale forte, che non pieghi gli interessi della popolazione ionica a logiche romane, ovvero centralistiche e penalizzanti per il Sud” ha concluso il consigliere regionale che occupa i primi posti della speciale classifica dei più assidui alle sedute sia di consiglio che di commissione. “Taranto, territorio a forte rischio di marginalizzazione, ha bisogno assoluto di infrastrutture materiali e immateriali che, a partire dal Porto, costituiscano occasione di sviluppo aggiuntivo e di nuova occupazione”. Tra le altre problematiche relative al mondo dell’occupazione, Pentassuglia ha sottolineato una problematica che, a suo parere, non sta venendo alla luce in questi giorni di campagna elettorale, ma che potrebbe avere risvolti negativi dal punto di vista occupazionale. Si parla, in particolare, della fase di riorganizzazione attualmente in progetto nel settore recapiti di Poste Italiane. “Se non gestita in maniera compiuta, – osserva Pentassuglia – in riferimento cioè all’effettiva domanda dei cittadini italiani, rischia di determinare tagli di personale dalle 8 mila alle 10 mila unità. Taranto città, ad esempio, sarebbe penalizzata per il taglio di almeno 13-17 recapiti. E’ evidente che l’attuale management di Poste Italiane punti esclusivamente e in maniera incomprensibile, al taglio dei costi e del personale, per nulla interessato alla contrazione dei volumi e alla qualità dei servizi, a vantaggio di una esternalizzazione di erogazioni e vendita dei servizi postali, con gravissime ripercussioni negative per lo stesso Ente. Il Governo deve intervenire, perché non venga annientato un settore altamente redditizio per l’Azienda e non si crei ulteriore disoccupazione, in particolare nel Mezzogiorno, a causa di scelte industriali intollerabili, già denunciate dal sindacato ma che ad oggi non hanno avuto alcun riscontro”.