Il 1° novembre 2019 alle ore 17.30 sarà inaugurata a Palazzo Ducale-Sale d’Avalos, con la partecipazione del sindaco Franco Ancona e dell’Assessore alle Attività culturali e Diritto allo Studio Antonio Scialpi, la mostra fotografica “L’opera del silenzioso”, dedicata a Fratel Giuseppe Argese ( 1932-2018), il missionario laico della Consolata scomparso a Naua in Kenya il 20 settembre 2018.
La mostra fotografica è stata organizzata dal Comune di Martina Franca-Assessorato alle Attività culturali e Diritto allo Studio, dai Missionari della Consolata e dall’Associazione onlus “La Nostra Africa” per ricordare e illustrare alla Comunità di Martina e, soprattutto agli studenti delle scuole, la figura di uno straordinario concittadino che nel 1957 scelse di partire per il Kenya, avendo maturato una vocazione missionaria laica e totale.
Dal Kenya era ritornato pochissime volte a Martina, però da Martina attorno alla sua opera si è creato un vero proprio movimento associativo solidale.
La sua opera più grande fu la pianificazione e la costruzione di numerose opere di ingegneria idraulica riguardanti la raccolta e la distribuzione dell’acqua, che oggi viene distribuita a centinaia di migliaia di persone. Infatti, giunto in Kenya nel 1957 si rese subito conto che la zona nord di Meru aveva grossi problemi idrici, perché i fiumi che nascevano dal Monte Kenya puntavano ad est. Così cercò nuove sorgenti a nord, distanti dalla montagna, e le trovò ai piedi della foresta di un vulcano spento, il Nyambene. Forte della sua cultura di origini contadine, imparò da autodidatta a costruire un acquedotto e portò acqua a tutta la zona.
Negli anni attirò silenziosamente su di sé e sul suo lavoro l’attenzione di tutto il mondo a tal punto da ricevere, nel 1999, il prestigioso riconoscimento “Path to Peace“, consegnatogli presso il Quartiere Generale delle Nazioni unite a New York, uno dei più alti riconoscimenti per il contributo allo sviluppo della pace a livello internazionale, consegnatogli presso il Quartiere Generale delle Nazioni Unite a New York e la nomina di “Cavaliere al merito della Repubblica Italiana“.
La trasmissione di Piero Angela “Quark” nel 2005 si occupò del suo acquedotto
In Kenya diresse e progettò la costruzione della Cattedrale del Meru e di molte altre chiese, come quelle di Maua e Tuuru. Le popolazioni locali lo chiamavano Mukiri (il silenzioso) in virtù della sua capacità di realizzare i sogni dell’Africa senza nessun tipo di clamore, schivo e refrattario alla ribalta e al frastuono dei mass media.
Per questo, la mostra curata dall’Associazione onlus “La nostra Africa” e dai missionari della Consolata porta coerentemente il titolo: L’opera del silenzioso.
La mostra sarà visitabile dal 1 al 27 novembre. Suo fratello Raffaele Argese, già docente e Margherita Martucci, vicepresidente dell’Associazione onlus “La nostra Africa”, accompagneranno i visitatori ed in particolare gli studenti.
Nel corso dell’esposizione, il 10 novembre, in coincidenza dell’ottantasettesimo compleanno di Fratel Giuseppe Argese, alle ore 17.30 a Palazzo Ducale avrà luogo un convegno sull’acqua: “L’opera di Fratel Argese: un acquedotto per il Kenya a servizio degli ultimi”con la partecipazione di Padre Stefano Camerlengo, superiore generale dei missionari Consolata, di Paolo Morosetti, ingegnere progettista dell’acquedotto Tuuru, di Mathew Kaimenyi Maingi, vicario della diocesi di Meru, di Raffaele Argese ( fratello di Fratel Giuseppe) dell’Associazione onlus “la Nostra Africa”.
Il convegno sarà introdotto dal sindaco Franco Ancona e concluso dall’Assessore Antonio Scialpi che afferma “ Per circa un mese Palazzo Ducale ospiterà una straordinaria documentazione che parla degli “ultimi” e dell’opera di un nostro concittadino grande e silenzioso, che ha attirato su di sé l’attenzione del mondo per le azioni umanitarie prodotte in Kenya, occupandosi per mezzo secolo della sua missione spirituale e, nel contempo, di dar da bere alle popolazioni assetate, intuendo che il grande problema del mondo era e sarà l’acqua. Fratel Argese è stato un esempio geniale e un modello per la nostra Comunità nel mondo ”