Quello del giornalismo era per Angelo Aquaro un talento di famiglia. Figlio di Paolo (decano dei giornalisti martinesi e maestro per noi giornalisti più giovani) e nipote di Roberto, indimenticabile penna della Gazzetta del Mezzogiorno.
«Angelo aveva il sentimento del giornale, uno sguardo di insieme che gli permetteva di seguire la fattura del quotidiano in ogni suo passaggio», racconta Ezio Mauro, il direttore che l’assunse nel 2001
Angelo Aquaro se n’è andato in silenzio, ma facendo tanto rumore, lasciando un vuoto incolmabile nel giornalismo italiano. Negli anni è stato capo caporedattore centrale e poi vicedirettore del quotidiano La Repubblica e poi, sempre per lo stesso giornale, corrispondente da New York e da Pechino.
Il suo giornale lo ricorda così
Nato e cresciuto a Martina Franca, dopo il diploma al Liceo Tito Livio di Martina Franca, Angelo aveva iniziato la sua carriera alla Gazzetta di Parma. Poi il salto nella redazione di “Sette”, il magazine del Corriere della Sera e il passaggio definitivo a Repubblica, prima al settimanale “Venerdì” e poi al quotidiano.
o.cri.