Tregua armata dopo un pranzo che avrebbe dovuto avviare una distensione nel rapporto che tiene sulle spine da mesi il Pdl. Ma tra Fini e Berlusconi il massimo che si riesce a raggiungere è una sorta di “patto” che prevede un maggior coinvolgimento del presidente della Camera nelle scelte del partito e nelle decisioni sulle linee guida del governo (particolare irritazione sembra sia stata espressa per l’annuncio sul fisco che Fini ha letto su Repubblica). “Lavoro con te, ma non per te”, avrebbe detto il presidente della Camera. Un nervosismo ampiamente ripagato dal premier, che avrebbe espresso tutti i suoi dubbi nelle successive riunioni con i suoi collaboratori.
Comunque a dare l’interpretazione ufficiale dell’incontro è chiamato il ministro della Difesa Ignazio La Russa: “Ci sarà un maggior coinvolgimento per Fini nella struttura rappresentativa del partito”. Che, garantisce La Russa, porterà “incontri tra i due co-fondatori del Pdl e un impegno per una maggiore concertazione”. Insomma, giura il ministro della Difesa “non è stato di maniera. Entrambi non hanno nascosto l’esistenza di problemi, sviluppando un ragionamento su un piano di cordialità senza nascondersi. Credo si sia trovato il modo per ovviare ai problemi, alle questioni o, come preferisco chiamarli io e non loro, alle incomprensioni”.
A partire dal “fuoco amico”, ovvero i durissimi attacchi portati dal Giornale di Vittorio Feltri contro il presidente della Camera. “Oggi si è parlato del danno che può fare e della necessità di non criminalizzare nessuno ma di lavorare tutti per un rasserenamento anche su questo terreno” dice La Russa. Che nega contrasti sulla questione giustizia. Anzi, “la decisione di non presentare il decreto legge blocca processi e’ stata concordata tra Fini e Berlusconi”.
Non poteva mancare la questione regionali. Troppo importante la tornata elettorale amministrativa di fine marzo. Dal vertice arriva una condanna della politica del doppio forno dell’Udc ,”sbagliata e inaccettabile”. Non piaccioni ai vertici del Pdl, quei centristi che si alleano in alcune regioni con il centrodestra e in altre con il centrosinistra. Voti spesso decisivi per determinare il risultato finale. In particolare, spiega La Russa Fini, “nonostante la dura condanna, non esclude le alleanze con l’Udc”. Mentre Berlusconi, sempre a detta del ministro della Difesa, non si sarebbe espresso sul tema.
Sul fronte del centrosinistra Emma Bonino scalda i motori in vista della sfida con l’ex sindacalista Renata Polverini, per la poltrona di presidente della Regione Lazio. “Mi rivolgo a tutti quelli che vogliono in qualche modo un nuovo inizio” dice la candidata radicale – una politica un po’ onesta, coerente trasparente e che faccia delle legge, delle regole, dei diritti e dei doveri dei cittadini a partire dalla classe politica. Un nuovo inizio in questo paese”.
Fonte: La Repubblica