A Martina torna l’emergenza antenne – Lo Stradone

A Martina torna l’emergenza antenne

Si torna a parlare di antenne e della loro pericolosità. È infatti l’inquinamento elettromagnetico a preoccupare la situazione della Capitale della Valle d’Itria. Nessuno di noi è ormai in grado di rinunciare al tanto amato telefono cellulare, che tanto ci fa innervosire quando in assenza di campo, ci comunica l’impossibilità ad effettuare una chiamata. Un problema che può essere risolto soltanto attraverso l’installazione di nuovi impianti di trasmissione e di ripetizione del segnale. Eppure nessuno accetta di buon cuore la presenza di queste antenne nel proprio “giardino”, come del resto è ovvio che sia. Tutti ne conoscono la pericolosità, tanto è vero che la legge ne regolamenta in maniera sufficientemente precisa la loro installazione, ma come ogni cosa in Italia, fatta la legge, è presto trovato l’inganno. A lamentarsi oggi è il comitato dei residenti nel centro storico, che due anni fa si mobilitò contro l’installazione dell’antenna in via Ageslao Milano, raccogliendo oltre 1100 firme e che vide una importante mobilitazione mediatica.
“Assistiamo oggi – dicono – a un copione già visto due anni fa: l’installazione di una antenna telefonica camuffata da canna fumaria. Ieri in Via Ageslao Milano, (in pieno centro storico ndr); oggi in via Mercadante angolo Corso Italia. Due anni fa si trattava della prima installazione in pieno borgo antico e l’evento divenne occasione per una mobilitazione cittadina di associazioni e di cittadini residenti per intrecciare un percorso virtuoso di approfondimento della tematica e di collaborazione reciproca, con uno spirito di difesa della parte antica della città”. Se per il Centro storico la mancata installazione è potuta essere “relativamente” semplice, per quello che riguarda quella zona la situazione sembra essere più difficile, nonostante questa insista nei pressi del plesso scolastico dell’Ateneo Bruni. Qui parte il solito “balletto” di cifre e di distanze che solo i tecnici potranno valutare.
Due anni fa, i membri del Comitato, raccolsero oltre 1100 firme, che presentarono al Consiglio Comunale monotematico sul Centro Storico del 15 gennaio 2008. Il documento, presentato in quell’occasione dal Comitato di residenti, fornisce ancora oggi indicazioni estremamente utili a gestire il problema delle installazioni di antenne, con criteri di pianificazione degli interventi e di tutela degli interessi pubblici.
Semplici linee-guida di lavoro per l’Amministrazione Comunale che lasciò cadere nel vuoto e che, opportunamente applicate, eviterebbero gli affanni e le situazioni emergenziali a cui si è
costretti ad assistere anche oggi. “I Comuni – scrivono i membri del comitato – si devono dotare di Regolamenti sulle Stazioni Radio Base aggiornati, secondo i criteri indicati dal Regolamento regionale del 14/9/06. Tra le altre cose, il Regolamento regionale chiede di privilegiare i luoghi di proprietà pubblica, in modo che i proventi dell’occupazione del sito ritornano alla collettività, e permette la co-ubicazione delle antenne di due gestori. Questo porta ad una minore emissione elettromagnetica complessiva, la riduzione dei siti di installazione e permetterebbe al Comune di ‘contrattare’ con i gestori le ubicazioni, evitando le aree su cui non desidera installazioni. I Comuni – continua la nota – devono inoltre dare attuazione ai Regolamenti e realizzare, alla scadenza annuale dei piani di installazione presentati dai singoli gestori, dei tavoli di concertazione con tali aziende, per determinare la soluzione migliore. Insieme a questo, il Comune deve ritrovare il
suo ruolo di pianificazione e, avvalendosi di un esperto in materia, realizzare un piano generale delle installazioni, ottimale sia per ubicazioni che per emissioni elettromagnetiche”.
L’idea del Comitato fu proprio quella di proporre un ufficio ad hoc per il Centro Storico e invitò l’Amministrazione a praticare una politica che, ispirata al principio di conservazione dei beni storici
architettonici e artistici, facesse perno sulla partecipazione dei cittadini residenti, quale elemento prezioso per la salvaguardia del borgo antico, centro identitario dell’intera città.

Ottavio Cristofaro