A Taranto aggredito un agente di polizia penitenziaria – Lo Stradone

A Taranto aggredito un agente di polizia penitenziaria

Ennesima aggressione, registratasi nel tardo pomeriggio di sabato, presso la Sezione Infermeria del Carcere Circondariale “Carmelo Magli” di Taranto, a danno di un Assistente Capo di Polizia Penitenziaria, da parte di un detenuto sottoposto alla somministrazione di una terapia farmacologica. La denuncia è della Fns (Federazione Nazionale della Sicurezza) Cisl, il Sindacato numericamente più rappresentativo nell’Istituto di pena ionico. Rottura del setto nasale, causata dalla testata ricevuta, immediata corsa al Pronto Soccorso del “SS. Annunziata”, cinque punti di sutura e dieci giorni di prognosi: questi gli esiti dell’ennesima aggressione a Poliziotti Penitenziari, a Taranto, a circa un mese dalla precedente. “L’Assistente Capo era costretto ad operare da solo” annota Erasmo Stasolla, Segretario Generale della Fns Cisl ionica “cioè in assenza di altri colleghi di rinforzo, pur a fronte della pericolosità di detenuti sottoposti a terapie particolari. Non è possibile continuare a lavorare in stato di disagio lavorativo e farsi macellare dai detenuti”.L’amaro sfogo del Dirigente sindacale, che conferma “lo stato di agitazione di tutto il personale” riporta in primo piano la fondatezza della vertenza in atto con l’Amministrazione Penitenziaria, sia regionale che nazionale, ovvero “il sovraffollamento dei detenuti e la contestuale carenza strutturale del numero di Poliziotti penitenziari”; uno stato di cose “a rischio di collasso, per conseguenze che a Taranto, potrebbero rivelarsi oltremodo dirompenti”. Insomma, l’ennesima aggressione come “occasione per denunciare all’opinione pubblica il disagio assoluto dei Poliziotti penitenziari e degli stessi detenuti” rilancia Stasolla “e per sollecitare i vertici ministeriali ad intervenire senza ulteriori indugi, a cominciare dal potenziamento numerico degli organici”, non sottovalutando che in altre Case Circondariali d’Italia “lo stesso disagio assoluto ha determinato casi estremi di suicidi e non solo di detenuti”. L’auspicio conclusivo di Stasolla è che “non si aspetti che siano gli episodi gravissimi a dettare l’agenda delle cose da fare”. La Fns rilancia la concertazione, come opportunità offerta all’Amministrazione Penitenziaria per restituire efficienza ad un servizio pubblico di estrema delicatezza che, finalmente, rimetta al centro del proprio sistema la persona e non più modelli organizzativi insostenibili quanto inefficaci.

Valeria Semeraro