Palazzo è salvo. Ancora una volta la pseudo-maggioranza di centrodestra ha mantenuto in piedi un’amministrazione che riesce a ritrovarsi proprio nel momento in cui la storia sembra ormai scritta.
Lo scioglimento del consiglio comunale dello scorso 20 ottobre per mancanza del numero legale e il clima di assoluta incertezza politica lasciavano presagire le elezioni anticipate nella prossima primavera. Le parole del sindaco Palazzo inoltre – voglio sapere se esiste una maggioranza che mi sostiene ancora – avevano dato l’impressione di essere una di quelle domande retoriche poste da una persona stanca della totale immobilità politica che in maniera assoluta regnano nella città della Valle d’Itria. Una richiesta di fiducia che sembrava un atto di coraggio, anche se molto tardiva, da parte di un uomo fortemente stimato dai cittadini, soprattutto da quella parte di martinesi che in lui vedevano uno spiraglio di ideologia neo-democristiana che avrebbero potuto riportare Martina agli antichi splendori, ormai offuscati da una nebbia di incompetenza.
Machiavelli nel suo “Principe”, parlava della sua visione ciclica della storia, ma specificava che questa poteva attuarsi nel lungo periodo, in un lasso di tempo che supera il secolo. La nostra città rappresenta però l’eccezione. La storia si ripete molto più spesso, solo ogni 6 mesi. Un film già visto lo scorso 30 di giugno, quando da approvare c’era il bilancio consuntivo del 2006. Questa volta cambiava solo il tema all’ordine del giorno, ma sempre di bilancio si trattava.
Domenica 26 infatti avrebbe potuto rappresentare un momento importante per la politica della città, infatti in assenza dell’approvazione degli equilibri di bilancio 2007 lo scioglimento del Consiglio Comunale sarebbe stato automatico visto che la diffida prefettizia scadeva proprio in quella data. Ma ancora una volta la voglia di rimanere seduti su quei banchi e su quelle sedie ha vinto ancora una volta e nella tarda serata di sabato 25 ben 16 consiglieri più il sindaco hanno alzato la mano approvando così tutto ciò che c’era da approvare. Una mano sembrava quella di un portiere di calcio che all’ultimo minuto della finale della coppa del mondo manda in calcio d’angolo un tiro che sembrava essere già in rete. Ma la città continua a brancolare nel buio dell’incertezza politica e dell’insoddisfazione generale.
Ora resta da attendere il pronunciamento del Tar di Lecce, a seguito del ricorso presentato dai consiglieri Lasorsa e Mariella relativi all’illegittimità del Consiglio comunale citato di giugno in cui si approvò quel famoso rendiconto di gestione.
I due consiglieri speranzosi in uno scioglimento immediato da parte del Tribunale Amministrativo, promettono una battaglia legale nel caso in cui il ricorso venisse rigettato.
Se questa maggioranza riuscisse a superare la sentenza del Tar e l’eventuale ricorso al Consiglio di Stato, avrebbe ancora un altro anno di governo assicurato.
Alla faccia del volontà popolare.
Ottavio Cristofaro