L’evoluzione del panorama politico italiano, dopo la consultazione elettorale del 4 marzo, ha alimentato anche nella nostra provincia, quel fenomeno del salto in corsa sul carro dei vincitori. A parlare è il coordinatore provinciale della Lega Angioletto Gianfrate.
Secondo l’esponente politico “in provincia non si parla d’altro” e sarebbero in molti in questi giorni a “prendere contatti per trattare il passaggio armi e bagagli dalla propria collocazione politica di appartenenza in altra, attualmente, più promettente”.
La richiesta – dice Gianfrate – “è quella di essere accolti, con tutti gli onori che non gli competono. Ovviamente nessuno di loro aveva mai approcciato alla Lega prima del 4 marzo, nessuno che si sia speso tra loro per cercare un qualche consenso, anzi, i più storcevano il naso con malcelata sufficienza al solo sentir parlare di Matteo Salvini”.
Prima del 4 marzo la Lega, anche a Taranto così come nella maggior parte del centro-sud, raccoglieva solo briciole di consenso. Dopo il 4 marzo, invece, è apparso evidente come Matteo Salvini fosse riuscito a dare alla Lega un progetto e dimensioni nazionali, catapultando il partito, anche a Taranto, a livelli di tutto rispetto. A Taranto la Lega ha superato il 6%, mentre in provincia i 18.000 voti.
Secondo il coordinatore provinciale della Lega, Gianfrate, sarebbe “frutto del progetto di Salvini e, in piccola parte, anche dell’impegno dei pochi “leghisti” tarantini della prima ora. Ovvio che la cosa doveva solleticare gli appetiti dei girovaghi della politica”.
Gli organi regionali e provinciali della Lega non possono favorire tali fenomeni – dice ancora – perché “la gente è stanca di vedere politici ora in uno schieramento, ora in un altro. A maggior ragione, partiti come la lega di Salvini rappresentano un nuovo modo di approcciare la politica, bocciando senza appello quei tentativi di vera e propria infiltrazione”.
o.cri.